La figlia diversa
- Autore
- Maria Toorpakai
- Editore
- Rizzoli
- Pubblicazione
- 19/05/2016
- Categorie
«Dove sono cresciuta, le ragazze finiscono in manicomio, oppure lapidate. Le più fortunate vengono date in sposa a un membro di un clan rivale. Sapevo che, nonostante le idee liberali di mio padre e tutti i suoi sforzi, nonostante le storie che ci raccontava, non sarei mai stata davvero libera.» In Waziristan, la regione più conservatrice del Pakistan dei talebani, una donna non è autorizzata a lasciare la casa di famiglia a meno che non si sposi. Le ragazze indossano il velo ed escono solo se accompagnate da fratelli, padri o cugini che possano vigilare sul loro onore. Eppure, a cinque anni, Maria decide di bruciare tutti i suoi vestiti. Vuole giocare, correre, andare in bicicletta, cacciare, arrampicarsi sulle montagne, e l’unico modo per farlo è travestirsi da maschio. Poi scopre lo squash, che in Pakistan è il secondo sport nazionale. Si entusiasma: diventerà una campionessa, anzi, un campione.
«Se mai dovessero scoprire cos’hai fatto, Maria, verranno a darti la caccia, credimi. Verranno a cercarti e ti uccideranno» l’aveva avvertita il padre. «Non c’è qualcuno in particolare, Maria: sono loro. Nessun volto, nessuna anima: sono bombe e pallottole e grida ad Allah che si levano tra le montagne.» Avendo trasgredito alla sharia, Maria entra nel mirino del fondamentalismo, scopre la paura, e il padre la costringe a rifugiarsi in Canada. «Mi sentivo come se mi fossi buttata da una scogliera e stessi precipitando nel vuoto, sperando ardentemente che laggiù ci fosse qualcuno pronto a prendermi. Una volta mio padre aveva detto che a me bastava una racchetta per essere felice. Ho dovuto lasciare la mia terra per rendermi conto che in realtà mi ci sarebbe voluto molto di più.»
«Se mai dovessero scoprire cos’hai fatto, Maria, verranno a darti la caccia, credimi. Verranno a cercarti e ti uccideranno» l’aveva avvertita il padre. «Non c’è qualcuno in particolare, Maria: sono loro. Nessun volto, nessuna anima: sono bombe e pallottole e grida ad Allah che si levano tra le montagne.» Avendo trasgredito alla sharia, Maria entra nel mirino del fondamentalismo, scopre la paura, e il padre la costringe a rifugiarsi in Canada. «Mi sentivo come se mi fossi buttata da una scogliera e stessi precipitando nel vuoto, sperando ardentemente che laggiù ci fosse qualcuno pronto a prendermi. Una volta mio padre aveva detto che a me bastava una racchetta per essere felice. Ho dovuto lasciare la mia terra per rendermi conto che in realtà mi ci sarebbe voluto molto di più.»
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