Il giorno con la buona stella: Diario 1945-1976
- Autore
- Lea Quaretti
- Editore
- Neri Pozza
- Pubblicazione
- 16/05/2016
- Categorie
Nel 1941 Lea Quaretti, giovane scrittrice di belle speranze, si trasferisce a Venezia dove, nel 1945, incontra Neri Pozza. Da quell’incontro nasce un sodalizio intellettuale e sentimentale che culminerà nel matrimonio e terminerà soltanto con la scomparsa della scrittrice nel 1981. Figura fondamentale nella nascita delle edizioni Neri Pozza nel 1946, Lea Quaretti compilò fino al 1976 quasi quotidianamente il suo diario, riversandovi ogni accadimento della propria vita: la sua storia d’amore con l’editore, la collaborazione nell’attività della casa editrice, le relazioni amicali, le letture, le conversazioni con letterati e artisti, gli incontri casuali. Pagine intense, che vengono ora alla luce e testimoniano della straordinaria avventura sentimentale e intellettuale vissuta da Lea e Neri Pozza, e della cerchia di amici che si raccolse attorno alla loro casa editrice: Palazzeschi, Alvaro, Montale, Bassani, Buzzati, Zanzotto, Cecchi, Falqui, Pasolini, Morandi, Licini, Tancredi, Denti di Pirajno, Levi della Vida, Diano, Bettini.
Educata alla vita di società, elegante, colta, Lea Quaretti suscitava passioni e inaspettate confidenze. Nelle pagine del suo diario, il lettore può scoprire un Montale «pauroso fino a fare rabbia»; un Cecchi angustiato dal timore di «non trovare la parola vera per rappresentare la voce che aspetto di sentire»; un Buzzati «che può amare solo chi non lo ama»; un Parise convinto che ogni avventura sentimentale «consumi la carica vitale» che uno scrittore può «mettere nel lavoro».
In appendice al libro figura un Congedo di Neri Pozza, in cui l’editore riprende il colloquio con Lea che la morte aveva reso silente ma non interrotto.
Educata alla vita di società, elegante, colta, Lea Quaretti suscitava passioni e inaspettate confidenze. Nelle pagine del suo diario, il lettore può scoprire un Montale «pauroso fino a fare rabbia»; un Cecchi angustiato dal timore di «non trovare la parola vera per rappresentare la voce che aspetto di sentire»; un Buzzati «che può amare solo chi non lo ama»; un Parise convinto che ogni avventura sentimentale «consumi la carica vitale» che uno scrittore può «mettere nel lavoro».
In appendice al libro figura un Congedo di Neri Pozza, in cui l’editore riprende il colloquio con Lea che la morte aveva reso silente ma non interrotto.
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