L'anima e il genio (Tracce Vol. 5)

Come si esprime il genio, come nasce l'opera d'arte e soprattutto, come tutto ciò viene accolto dalla comunità umana? Il filosofo e sociologo Norbert Elias, in un testo dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart, assai denso di suggestioni e dal titolo eloquente "Sociologia di un genio pubblicato in Germania e in Italia nel 1991, risponde con un paradosso:in Mozart convivono, davvero in sommo grado, tutte le potenzialità dell'uomo di genio e le meschinità dell'uomo comune, in una parola egli è un genio che possiede un anima.

Sostanzialmente, lo studio di Elias ripropone l'interrogativo che tutti noi ci poniamo quando pensiamo alla vita straordinaria di Mozart, alla sua infanzia prodigiosa, al suo talento di pianista e di compositore, alle sue scelte esistenziali e familiari non sempre coerenti e comprensibili. Il secondo interrogativo che si pone chiunque si sia accostato alle opere più famose di Mozart, a "Le nozze di Figaro" al "Don Giovanni" e a "Così fan tutte", riguarda la figura di Lorenzo Da Ponte, librettista delle opere. Sul suo rapporto con Mozart è come se fosse calato una sorta di velo, una specie di patto silenzioso, a partire dagli stessi protagonisti. Da Ponte e Mozart hanno creato assieme, tre capolavori, in circa cinque anni di lavoro e di amicizia. Si è trattato di una parentesi di, un caso, di un accidente, che si concluse con la morte prematura di Mozart e la cacciata da Vienna di Da Ponte su ordine del nuovo imperatore d'Austria , Leopoldo secondo?Oppure, come sostiene Elias,lo spirito creativo, l'entusiasmo dionisiaco è contagioso, e si espande verso chiunque? E dunque accende chiunque gli si accosti, chiunque abbia la fortuna di lavorare e di creare con lui. È questo ciò che è accaduto anche a Lorenzo Da Ponte? Il racconto segue l'interrogativo di Elias e volutamente confonde i piani del reale e dell'immaginario. Noi non sappiamo come davvero andarono le cose, non sappiamo se si costruì tra i due un'amicizia, sia pure motivata dalla passione per la musica, il teatro, la poesia. E per quanto riguarda Lorenzo da Ponte, sappiamo dalle sue Memorie, che quello fu certamente il periodo artisticamente, e non solo artisticamente, più fecondo della sua lunga vita. Queste cose le possiamo solo immaginare, entro un racconto di finzione, il cui criterio di verosimiglianza, però, è dato dalle straordinarie personalità dei protagonisti storicamente vissuti e da quel meraviglioso viaggio dionisiaco che essi intrapresero, accendendo una parte della comunità viennese, e di quella gente comune tanto cara a Norbert Elias.

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