Pavarotti ed io: Vita di Big Luciano raccontata dal suo assistente personale
- Autore
- Edwin Tinoco
- Editore
- Compagnia editoriale Aliberti
- Pubblicazione
- 15/04/2017
- Categorie
Questo libro è una testimonianza assolutamente unica. Un ritratto del tutto inedito ed esclusivo. Il suo autore si chiama Edwin Tinoco, e non avrete
forse mai sentito parlare di lui. Perché Edwin è stato l’ombra di Luciano Pavarotti, e alla sua ombra ha vissuto, giorno per giorno, per quasi tredici anni. Dal 1995 fino alla morte del Maestro nel 2007, il ragazzo del nord del Perù catapultato a ventotto anni nel vortice di una vita stellare e a tutta velocità, è stato assistente personale, segretario, confidente, testimone di mille aneddoti, di un inimitabile modo di vivere.
Questo che leggerete è un Pavarotti pubblico e privato, raccontato dal suo assistente personale anche nel suo lato più umano. Forse, il Pavarotti più vero.
La propria spontaneità e generosità, che seppe mantenere in maniera davvero incredibile anche quando la popolarità ne fece un vero e proprio “fenomeno”
universale. Le sue passioni, davvero genuine, tipiche di quell’emiliano che era in lui – anzi, che era lui e che rimase sino alla fine.
Il suo rapporto con la vita: sempre positivo, ricco di un entusiasmo quasi infantile, solo a volte – ma in quei casi profondamente – solcato da velature di malinconia
di fronte al passare del tempo. La sua voglia di vivere, nonostante la malattia. La sofferenza degli ultimi tempi, quando il grande Luciano, come aveva cantato centinaia di volte, scoprì di non aver amato mai tanto la vita. Insomma, il Big Luciano originale, al di là delle leggende e delle false ricostruzioni. L’uomo fuori dal
palcoscenico, specchio di quello che era quando entrava sulla scena del teatro o intonava un brano davanti a centinaia di migliaia di persone.
Quella sua anima così grande, che poi riversava nel canto, nel dono di felicità assoluta che faceva al suo pubblico con la divinità della sua voce.
forse mai sentito parlare di lui. Perché Edwin è stato l’ombra di Luciano Pavarotti, e alla sua ombra ha vissuto, giorno per giorno, per quasi tredici anni. Dal 1995 fino alla morte del Maestro nel 2007, il ragazzo del nord del Perù catapultato a ventotto anni nel vortice di una vita stellare e a tutta velocità, è stato assistente personale, segretario, confidente, testimone di mille aneddoti, di un inimitabile modo di vivere.
Questo che leggerete è un Pavarotti pubblico e privato, raccontato dal suo assistente personale anche nel suo lato più umano. Forse, il Pavarotti più vero.
La propria spontaneità e generosità, che seppe mantenere in maniera davvero incredibile anche quando la popolarità ne fece un vero e proprio “fenomeno”
universale. Le sue passioni, davvero genuine, tipiche di quell’emiliano che era in lui – anzi, che era lui e che rimase sino alla fine.
Il suo rapporto con la vita: sempre positivo, ricco di un entusiasmo quasi infantile, solo a volte – ma in quei casi profondamente – solcato da velature di malinconia
di fronte al passare del tempo. La sua voglia di vivere, nonostante la malattia. La sofferenza degli ultimi tempi, quando il grande Luciano, come aveva cantato centinaia di volte, scoprì di non aver amato mai tanto la vita. Insomma, il Big Luciano originale, al di là delle leggende e delle false ricostruzioni. L’uomo fuori dal
palcoscenico, specchio di quello che era quando entrava sulla scena del teatro o intonava un brano davanti a centinaia di migliaia di persone.
Quella sua anima così grande, che poi riversava nel canto, nel dono di felicità assoluta che faceva al suo pubblico con la divinità della sua voce.
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