La confraternita (Einaudi. Stile libero extra)
- Autore
- P. D. Baccalario
- Editore
- EINAUDI
- Pubblicazione
- 09/05/2017
- Categorie
Marco McKay, un ragazzo la cui principale dote sembra essere l'abilità con computer e videogame, deve infiltrarsi nella N.S. Iunctio, un'associazione universitaria segreta che «connette» fra loro giovani destinati per nascita o talento a carriere formidabili. Cosí, dopo aver appreso modi e atteggiamenti da rampollo dell'alta società internazionale, Marco si ritrova proiettato nel mondo esclusivo di un ateneo antico e prestigioso, avendo come spalla Cosmo, l'amico di sempre. Le cose sembrano andargli bene, almeno all'inizio, solo che la Iunctio si rivela molto piú minacciosa e ramificata di quanto lui potesse sospettare. Inoltre salta fuori una complicazione imprevedibile, Julia: è bellissima, affascinante, con parentele pericolose. Ma chi è davvero Marco McKay? Chi lo ha ingaggiato per aprire una breccia in quello che, forse, è uno dei piú temibili centri di potere occulto del pianeta? E soprattutto, c'è un modo di sfuggire alle regole della confraternita?
Mi condussero oltre una porta sormontata da uno stemma che riproduceva la fontana. Non sentivo piú le ferite sanguinare lungo il corpo, né gli spuntoni nelle gambe. Non avevo piú paura di morire. Ero già morto, ed ero tornato. La stanza in cui mi trovai aveva le pareti coperte di specchi. Al centro c'era un tavolo rotondo con quindici sedie. Una era vuota. Tutto vorticava in mille riflessi della stessa identica scena.
- Benvenuto nella confraternita, Diggory Delvet.
Mi guardai attorno, smarrito, e notai che dai cappucci delle persone sedute sbucavano facce di animali. Un coniglio, un cane, un lungo becco d'oca. Mi specchiai, e ciò che vidi fu un brutto muso di talpa, con le vibrisse nere.
- Siedi con noi, compagno. Mi invitò il coniglio.
Mi condussero oltre una porta sormontata da uno stemma che riproduceva la fontana. Non sentivo piú le ferite sanguinare lungo il corpo, né gli spuntoni nelle gambe. Non avevo piú paura di morire. Ero già morto, ed ero tornato. La stanza in cui mi trovai aveva le pareti coperte di specchi. Al centro c'era un tavolo rotondo con quindici sedie. Una era vuota. Tutto vorticava in mille riflessi della stessa identica scena.
- Benvenuto nella confraternita, Diggory Delvet.
Mi guardai attorno, smarrito, e notai che dai cappucci delle persone sedute sbucavano facce di animali. Un coniglio, un cane, un lungo becco d'oca. Mi specchiai, e ciò che vidi fu un brutto muso di talpa, con le vibrisse nere.
- Siedi con noi, compagno. Mi invitò il coniglio.
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