Il mio richiamo: Diario del richiamo alle armi di Mariano Nigrelli da giugno a novembre del 1940

Mariano Nigrelli, mio nonno, era un giovane siciliano di ventisei anni e fu catturato in Grecia nella campagna di Grecia e Albania della seconda guerra mondiale. Lo abbiamo sentito raccontare decine di volte nella nostra famiglia, ma non da lui che ne parlava poco e niente.Per tanti motivi mai ci eravamo spinti a decifrare con attenzione quella grafia incerta, vergata in diagonale con pennino intinto nell’inchiostro su piccole pagine ingiallite.
Più tardi scoprimmo che non si trattava di un resoconto della cattura da parte dei Greci, ma di appunti presi di giorno in giorno nel periodo precedente la prigionia, dal giovane soldato Mariano, richiamato alla armi in piena guerra. Il diario è un caleidoscopio di sentimenti, paure, attese, una descrizione accurata delle vicende e stati d’animo di ragazzi impreparati alla realtà del conflitto.
"...In quel cammino silenzioso nessuno più apriva bocca, ma i pensieri nella mente giravano. Pensavo che dal giorno che ero partito da casa ero andato sempre incontro a tante avventure, a tante sofferenze a tanti sacrifici. Bisognava dare tutto. In quella notte marciavamo muti e pensavo che si stava per compiere il mio più grande dovere. Camminavamo tranquilli. Sapevamo che non si andava incontro alle carezze della mamma, ai divertimenti, al godere, alla vita comoda ma si andava incontro ai veri pericoli, al vero soffrire, ai veri cimenti. Pensavamo che andavamo incontro al nemico e non per abbracciarci, per accarezzarci, ma per batterci, per sfidarci come quelli che si sfidano a duello. Duello di morte. In quella notte si andava a sfidare perfino la morte..."

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