Ernesto Nathan Rogers: La rappresentazione come strumento per la conoscenza dell’architettura. L’architettura come strumento per la rappresentazione della società (Arte)
- Autore
- Gianfranco Guaragna
- Editore
- Il Prato
- Pubblicazione
- 14/06/2017
- Categorie
Sappiamo bene che certi temi sono ormai completamente avulsi dal contesto storico attuale, tuttavia, quello che si è cercato di focalizzare in questo breve scritto sono soltanto alcuni aspetti dell’opera e del pensiero di Ernesto N. Rogers che riguardano fondamentalmente il rapporto tra l’uomo, l’architettura e la società e che rappresentano la base dei suoi insegnamenti.
Di conseguenza, a partire dall’idea contenuta nel concetto “rogersiano” di disegno, che è inteso non come semplice tecnica di rappresentazione bensì come studio dell’opera architettonica rivolto alla conoscenza della storia, si è poi cercato di delineare, attraverso una chiave di lettura che potesse essere in grado di eviscerarne tutta la complessità, il tipo d’interesse che egli pone nei riguardi del rapporto tra tradizione e innovazione. Quando Rogers, infatti, alla fine del 1953 assume la direzione di Casabella, oltre alla questione del disegno, fa si che la rivista si caratterizzi fin dai primi numeri proprio per la volontà di tenere insieme l’archetipo, inteso come tradizione, e l’innovazione tecnologica. Tuttavia, un altro aspetto importante che caratterizza questa prima fase della rivista è proprio la continuità - anche se di breve durata - con quel filone ‘spontaneista’ inaugurato dalla precedente conduzione di Pagano. Pertanto noi crediamo che il concetto dell’architettura come rappresentazione dei valori non solo di una comunità ma dell’intera società, si evinca proprio dai temi trattati in questi primi numeri di Casabella e dai progetti che Rogers realizza negli stessi anni; tra questi, quello per Borgo San Sergio a Trieste.
Di conseguenza, a partire dall’idea contenuta nel concetto “rogersiano” di disegno, che è inteso non come semplice tecnica di rappresentazione bensì come studio dell’opera architettonica rivolto alla conoscenza della storia, si è poi cercato di delineare, attraverso una chiave di lettura che potesse essere in grado di eviscerarne tutta la complessità, il tipo d’interesse che egli pone nei riguardi del rapporto tra tradizione e innovazione. Quando Rogers, infatti, alla fine del 1953 assume la direzione di Casabella, oltre alla questione del disegno, fa si che la rivista si caratterizzi fin dai primi numeri proprio per la volontà di tenere insieme l’archetipo, inteso come tradizione, e l’innovazione tecnologica. Tuttavia, un altro aspetto importante che caratterizza questa prima fase della rivista è proprio la continuità - anche se di breve durata - con quel filone ‘spontaneista’ inaugurato dalla precedente conduzione di Pagano. Pertanto noi crediamo che il concetto dell’architettura come rappresentazione dei valori non solo di una comunità ma dell’intera società, si evinca proprio dai temi trattati in questi primi numeri di Casabella e dai progetti che Rogers realizza negli stessi anni; tra questi, quello per Borgo San Sergio a Trieste.
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