Criminalità nuova in una società in trasformazione
- Autore
- Saverio Mannino
- Editore
- Gangemi Editore
- Pubblicazione
- 09/10/2017
- Categorie
L'indagine storica, che riporta alle origini dell'associazione criminale detta 'Ndrangheta, suscitò a suo tempo particolare interesse e conserva a tutt'oggi aspetti di assoluta novità, inserendosi a buon diritto nel dibattito nazionale sulla storia, la consistenza, la struttura e le dimensioni del fenomeno. Il saggio segue il percorso dell'infiltrazione mafiosa, fino a raggiungerne le origini, svelando i meccanismi organizzativi e gli intrecci di interesse che hanno consentito al fenomeno criminale di acquisire la presenza endemica, le dimensioni e il potere sociale che continua tuttora ad esercitare. Il saggio che qui si ristampa è stato pubblicato nell'opera in nove volumi sulla Storia della Calabria, per i nostri i tipi, con il titolo Criminalità nuova in una società in trasformazione.
SAVERIO FELICE MANNINO, cinquanta anni in magistratura, componente del Consiglio Superiore negli anni 1994-98 e dal 2008 al 2015 presidente titolare della Terza Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione, come giudice di merito ha presieduto per cinque anni, dal 1980 al 1986, la Corte di Assise di Palmi e dal 1987 al 1994 la Prima Sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria. Nell'esercizio di tali funzioni ha trattato importanti processi di criminalità organizzata redigendo sentenze in casi famosi come quello c.d. della “strage di Razzà”, che prese il nome dalla vallata del fiume omonimo, situato fra i paesi di Taurianova e di Scido, dove imperversava la cosca rampante degli Avignone, nel cui contesto il 27 aprile 1977, in un casolare all'interno di un uliveto, tra i Carabinieri che avevano scoperto un “summit” che vi si svolgeva e procedevano all'arresto dei convenuti, e questi ultimi si verificò uno scontro a fuoco nel quale persero la vita due dei malavitosi e che culminò nell'eccidio di due Carabinieri. E come quello della faida delle due cosche dei Piromalli e dei Tripodi, che, coinvolgendo esponenti di altre “‘ndrine” della Piana di Gioia Tauro, rischiò di far scoppiare una nuova “guerra di ‘Ndrangheta”. E rivelò il potenziale offensivo della cosca dei Piromalli, capaci grazie alla loro infiltrazione capillare di perseguire i rivali in tutto il territorio nazionale. L'esperienza e le conoscenze acquisite nel corso della sua attività istituzionale gli hanno fornito gli elementi per la ricostruzione della storia della ‘Ndrangheta nel saggio che ripubblichiamo.
SAVERIO FELICE MANNINO, cinquanta anni in magistratura, componente del Consiglio Superiore negli anni 1994-98 e dal 2008 al 2015 presidente titolare della Terza Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione, come giudice di merito ha presieduto per cinque anni, dal 1980 al 1986, la Corte di Assise di Palmi e dal 1987 al 1994 la Prima Sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria. Nell'esercizio di tali funzioni ha trattato importanti processi di criminalità organizzata redigendo sentenze in casi famosi come quello c.d. della “strage di Razzà”, che prese il nome dalla vallata del fiume omonimo, situato fra i paesi di Taurianova e di Scido, dove imperversava la cosca rampante degli Avignone, nel cui contesto il 27 aprile 1977, in un casolare all'interno di un uliveto, tra i Carabinieri che avevano scoperto un “summit” che vi si svolgeva e procedevano all'arresto dei convenuti, e questi ultimi si verificò uno scontro a fuoco nel quale persero la vita due dei malavitosi e che culminò nell'eccidio di due Carabinieri. E come quello della faida delle due cosche dei Piromalli e dei Tripodi, che, coinvolgendo esponenti di altre “‘ndrine” della Piana di Gioia Tauro, rischiò di far scoppiare una nuova “guerra di ‘Ndrangheta”. E rivelò il potenziale offensivo della cosca dei Piromalli, capaci grazie alla loro infiltrazione capillare di perseguire i rivali in tutto il territorio nazionale. L'esperienza e le conoscenze acquisite nel corso della sua attività istituzionale gli hanno fornito gli elementi per la ricostruzione della storia della ‘Ndrangheta nel saggio che ripubblichiamo.
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