Il Viaggio Eterno: Rituali e tecniche di mummificazione in Africa Settentrionale

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Il Viaggio Eterno: Rituali e tecniche di mummificazione in Africa Settentrionale
Autore
Dall'Agnola Massimo
Editore
FerrariSinibaldi
Pubblicazione
14/03/2018
Categorie
Quel particolare aspetto del culto dei morti che vede la presenza di rituali di mummificazione prese corpo con strabiliante vigore nell’ambito geografico del Nordafrica, dove senza dubbio si generarono i fenomeni più straordinari: in primis, naturalmente, l’antico Egitto, sicuramente quello più sorprendente, che continua ancor aggi a lasciarci stupefatti ed affascinati. Ma ve ne furono anche altri, dapprima nella vasta regione sahariana, che purtroppo ci ha lasciato rare testimonianze, poi alle isole Canarie, le cui originarie etnie indigene, nell’atto di popolare per la prima volta l’arcipelago, portarono con sè una cultura di ascendenza paleoberbera, che dunque va ascritta all’area culturale del neolitico nordafricano; infine nel Camerun tribale, dove vediamo che anche l’Africa Nera fu capace di elaborare rituali sofisticati. Per ciascuno di questi contesti culturali viene preso in esame l’intero insieme dei rituali, con particolare riguardo alle implicazioni mitologiche e cosmologiche, per poi analizzarne gli aspetti materiali legati alle tecniche impiegate, e descrivere le cerimonie, gli oggetti del corredo, le caratteristiche che dovevano avere le tombe per poter efficacemente accompagnare l’individuo nel suo Viaggio Eterno. È evidente che ognuno di questi fenomeni ebbe un’evoluzione ed una vita propria, perciò sarebbe un errore metterli in relazione fra loro e volerli ricondurre ad una comue matrice. Tuttavia, emergono importanti affinità, come ad esempio il culto di un’antichissima divinità in forma di ariete, che in tutto il Nordafrica ebbe un ruolo preponderante nei riti sacrificali in onore dei defunti. I riti di mummificazione rappresentano il contributo dei viventi all’opera degli dèi: da un lato le divinità dovevano accudire il defunto nel corso di questo suo viaggio e garantirgli alla fine la reincarnazione, dall’altro gli uomini dovevano riversare nella preparazione del corpo tutto il potenziale mistico degli oggetti, dei cerimoniali, dei materiali e delle sostanze impiegate, nonchè far uso di tutta la panoplia delle loro consocenze protoscientifiche, al fine di far ascendere il loro congiunto a quella speciale dimensione transcorporea che gli avrebbe permesso di intraprendere il più stupefacente tra tutti i viaggi concepibili.

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