Il Dio di Roserio

È il primo racconto lungo scritto da Testori, a suo tempo pubblicato nella collana “Gettoni” da Einaudi nel 1954, qui finalmente ripresentato nella sua versione originaria. In seguito, infatti, l’autore avrebbe tagliato questo racconto di una cinquantina di pagine, tutte quelle di stampo futurista di descrizione della corsa, ridimensionandolo da libro autonomo a prima parte de Il ponte della Ghisolfa. L’ambiente in cui si svolge la vicenda è quello del ciclismo non professionista, delle società ciclistiche dilettantesche, accomunate dal grande miraggio rappresentato dal Giro d’Italia. La migliore chance per diventare ricchi e famosi, in un’Italia – quella del primo dopoguerra – che recava ancora ben visibili i segni della distruzione del conflitto. Occupano il proscenio da una parte Dante Pessina, di professione benzinaio, campioncino dai discreti mezzi, e dall’altra il suo gregario, Sergio Consonni. Nel corso di una gara, il campione ha un appannamento fisico, di cui il gregario crede di poter approfittare per il proprio tornaconto. Ma proprio allora, questi incorrerà in una caduta che lo ferirà gravemente: un incidente che lo renderà menomato psichicamente per tutta la vita. Consonni non troverà più la voce per esprimere il suo sospetto più grave e cioè che a causargli quell’incidente sia stato proprio il “Dio di Roserio”, il Pessina. Mentre quella spinta diventerà una vera e propria ossessione per il campione, che a quel punto vincendo L’Olona, la corsa più importante della stagione, vorrà fugare, soprattutto a se stesso, ogni dubbio di tipo esistenziale.

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Ciò che eravamoIl Consigliere Letterario

Il ciclismo, tema del romanzo e sua metafora, nella prosa di Testori diviene il centro di gravità delle emozioni umane, il prisma che ne moltiplica le insanabili contraddizioni; la concitazione della gara, che l’autore restituisce in pagine densissime, nelle quali è solo l’occhio del corridore a registrare l’immediato scorrere delle cose, il loro disordine, la loro sostanziale incomprensibilità, riflette l’accendersi violentissimo dei desideri, il deflagrare di una volontà di potenza dinanzi alla quale ogni ostacolo viene travolto. Leggi tutta la recensione

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