DIARIO EROTICO DI UN RAGAZZO: DIARIO EROTICO DI UN VECCHIO
- Autore
- ANONIMO ARETINO
- Pubblicazione
- 25/03/2018
- Categorie
Diario in versi di un giovane del nostro tempo, che ha stretto un singolare patto di amicizia e di reciproco impegno col proprio membro virile, ispiratore (e istigatore) delle sue esperienze erotiche, dalla scoperta del "sesso solitario" (la prima adolescenza) alle successive esperienze etero e omosessuali e infine a quelle decisive dei vent'anni ("sono etero o son gay?).
Scritto in distici,formati da un endecasillabo e da un settenario, e seguendo il modello dei "romanzi di formazione", la sua novità maggiore risiede nell'uso di un linguaggio che rispetta scrupolosamente quello usato dai giovani d'oggi, soprattutto quando si raccontano o raccontano agli amici le loro esperienze sessuali in complice confidenza: linguaggio crudamente corporale, costellato di oscenità, divenute quasi un gergo della comunità giovanile. L'uso del verso, col suo armonioso fluire, agisce come classica misura, una specie di "fren dell'arte" che alleggerisce il peso del lessico osceno e delle vicende licenziose raccontate.
Il "Dialoghetto sul sesso solitario", ideale completamento del "Diario", è modellato sull'opera maggiore, le "Sei Giornate", di Pietro Aretino, non però in prosa, ma in agili e musicali versi ottonari. Vi si immagina che un esperto di pratiche erotiche, sollecitato da un devoto alunno, lo ammaestri e lo consigli intorno alla pratica sessuale della masturbazione, la più democratica e la più diffusa, ma anche la più dileggiata da parte della pubblica opinione.
Infine, in Appendice, ho collocato il "Diario erotico di un vecchio", già pubblicato in "Cazzeide" (ediz. Scipioni, 2006) e qui riprodotto, accresciuto e corretto, perché orchestrato sui registri espressivi già usati nel "Diario" iniziale. Narra le esemplari esperienze di un vecchio, alla ricerca, tra vani rimpianti e presenze frustrazioni, del sesso perduto.
Scritto in distici,formati da un endecasillabo e da un settenario, e seguendo il modello dei "romanzi di formazione", la sua novità maggiore risiede nell'uso di un linguaggio che rispetta scrupolosamente quello usato dai giovani d'oggi, soprattutto quando si raccontano o raccontano agli amici le loro esperienze sessuali in complice confidenza: linguaggio crudamente corporale, costellato di oscenità, divenute quasi un gergo della comunità giovanile. L'uso del verso, col suo armonioso fluire, agisce come classica misura, una specie di "fren dell'arte" che alleggerisce il peso del lessico osceno e delle vicende licenziose raccontate.
Il "Dialoghetto sul sesso solitario", ideale completamento del "Diario", è modellato sull'opera maggiore, le "Sei Giornate", di Pietro Aretino, non però in prosa, ma in agili e musicali versi ottonari. Vi si immagina che un esperto di pratiche erotiche, sollecitato da un devoto alunno, lo ammaestri e lo consigli intorno alla pratica sessuale della masturbazione, la più democratica e la più diffusa, ma anche la più dileggiata da parte della pubblica opinione.
Infine, in Appendice, ho collocato il "Diario erotico di un vecchio", già pubblicato in "Cazzeide" (ediz. Scipioni, 2006) e qui riprodotto, accresciuto e corretto, perché orchestrato sui registri espressivi già usati nel "Diario" iniziale. Narra le esemplari esperienze di un vecchio, alla ricerca, tra vani rimpianti e presenze frustrazioni, del sesso perduto.
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