La Grande Guerra Patriottica
- Autore
- Michele Maria Amici
- Pubblicazione
- 21/05/2018
- Categorie
Perché scrivere un libro su un argomento trito e ritrito come la Seconda Guerra Mondiale? C’è ancora qualcosa che non è stato scritto o detto? Queste sono le prime domande che mi sono posto prima ancora di iniziare a scriverlo. Il fatto è questo: siamo nati e cresciuti nel mondo occidentale, ed abbiamo visto e vissuto l’epilogo della guerra fredda e nell’immaginario collettivo diffuso in occidente l’idea che l’ultimo conflitto mondiale si concluda con una vittoria del mondo libero, grazie al decisivo apporto degli Stati Uniti, è universalmente accettata. È, peraltro, innegabile che l’apporto degli USA fu decisivo per le sorti del conflitto.
Ciò che viene ignorato dai più è il fatto che il teatro dove la guerra fu combattuta con maggiore intensità fu il fronte orientale. Il tributo di sangue versato dall’Unione Sovietica fu enorme: a fronte dei 450.000 americani caduti nel corso della seconda guerra mondiale, i sovietici ebbero ben 27.000.000 di morti tra militari e civili. Senza contare le devastazioni subite nei territori europei dell’Unione Sovietica, a differenza di quelli degli Stati Uniti che non vennero minimamente toccati dalla guerra.
Scopo di questo libro è dare un punto di vista diverso alla storia degli anni che vanno dal 1936 al 1945, anni cruciali, in cui gli eventi sono conosciuti dalla stragrande maggioranza di noi come descritti dalla “nostra” storiografia, stesa negli anni del confronto della guerra fredda. Non è mia intenzione tediare chi legge con lunghe serie di date ed avvenimenti, o dissertazioni lunghe ed interminabili sui tanti scontri che avvennero durante questo conflitto; piuttosto il mio scopo è quello di dare una visione di insieme, adatta a tutti, breve ma circostanziata, di come questo periodo è ricordato e rappresentato dall’altra parte di quella che fu la “Cortina di Ferro”. Non ho alcuna pretesa, vista l’immensa mole di fatti da rappresentare, che possa essere considerato un testo esaustivo.
Il contributo dell’Unione Sovietica nella sconfitta della Germania Nazista non fu solamente determinate, fu molto, molto di più: Gran Bretagna e Stati Uniti non sarebbero mai riuscite a sconfiggere da sole la Germania di Hitler ed avrebbero dovuto, prima o poi, scendere a patti con lui. Ed oggi, forse, vivremmo in un mondo un po’ diverso da quello che conosciamo.
Ciò che viene ignorato dai più è il fatto che il teatro dove la guerra fu combattuta con maggiore intensità fu il fronte orientale. Il tributo di sangue versato dall’Unione Sovietica fu enorme: a fronte dei 450.000 americani caduti nel corso della seconda guerra mondiale, i sovietici ebbero ben 27.000.000 di morti tra militari e civili. Senza contare le devastazioni subite nei territori europei dell’Unione Sovietica, a differenza di quelli degli Stati Uniti che non vennero minimamente toccati dalla guerra.
Scopo di questo libro è dare un punto di vista diverso alla storia degli anni che vanno dal 1936 al 1945, anni cruciali, in cui gli eventi sono conosciuti dalla stragrande maggioranza di noi come descritti dalla “nostra” storiografia, stesa negli anni del confronto della guerra fredda. Non è mia intenzione tediare chi legge con lunghe serie di date ed avvenimenti, o dissertazioni lunghe ed interminabili sui tanti scontri che avvennero durante questo conflitto; piuttosto il mio scopo è quello di dare una visione di insieme, adatta a tutti, breve ma circostanziata, di come questo periodo è ricordato e rappresentato dall’altra parte di quella che fu la “Cortina di Ferro”. Non ho alcuna pretesa, vista l’immensa mole di fatti da rappresentare, che possa essere considerato un testo esaustivo.
Il contributo dell’Unione Sovietica nella sconfitta della Germania Nazista non fu solamente determinate, fu molto, molto di più: Gran Bretagna e Stati Uniti non sarebbero mai riuscite a sconfiggere da sole la Germania di Hitler ed avrebbero dovuto, prima o poi, scendere a patti con lui. Ed oggi, forse, vivremmo in un mondo un po’ diverso da quello che conosciamo.
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