Kronos (La cultura)
- Autore
- Witold Gombrowicz
- Editore
- Il Saggiatore
- Pubblicazione
- 24/05/2018
- Categorie
«Kismet è una parola turca che signifi ca “destino”. Gombrowicz la scrisse, come fosse il sigillo posto a custodia della sua esistenza e insieme la sua inevitabile deriva, nelle pagine del diario privato: Kronos. Kronos come il dio del Tempo, Crono, che divorò i propri fi gli: un titolo in assonanza con il suo ultimo romanzo, Kosmos (Cosmo); l’Ordine e il Tempo, due elementi centrali della nostra esistenza: sfuggenti, indefi nibili, spesso in antitesi. Kronos è proprio un tentativo di puntellare il Tempo: di dare un Ordine al Caos. Il suo valore risiede nel fatto che ci permette di conoscere un Gombrowicz non “in posa”, privo delle numerose maschere che amava indossare. L’autore registra il flusso della sua coscienza mescolando fatti privati e pubblici, un flusso spesso
disordinato ma in cui, per esempio, gli elenchi dei
brani musicali funzionano come una sorta di ossatura
alla quale si aggrappa tutto il resto. Nel “caotico” Kronos, Gombrowicz riesce a sorprendere senza risultare mai banale o scontato: è come se ci lasciasse un messaggio abbandonato in una bottiglia, consegnato in una forma non lavorata, essenziale. Il messaggio di uno scrittore geniale, a lungo non riconosciuto per il suo valore, tormentato dalle malattie e dalle ristrettezze, in lotta con il tempo che bruciava troppo rapidamente la sua vita sciupandone il desiderio dell’eterna giovinezza e frustrando le sue esuberanze; uno scrittore che seppe però trovare, oltre la disperazione, gli appigli per non affondare, regalandoci, anche con questo “diario privato”, un bizzarro lascito e una testimonianza, dal profondo, della vita che ribolle e poi si spegne.» Francesco M. Cataluccio
Il Saggiatore prosegue la pubblicazione del corpus delle opere di Witold Gombrowicz avviata con Cosmo
e presenta per la prima volta al lettore italiano
Kronos: selezionato ciò che è importante, creativo,
dall’inutile e dallo sterile che c’è in ogni vita,
Gombrowicz costruisce il suo passato, lo sublima
attraverso la sua arte, si assegna il futuro che spetta ai grandi.
disordinato ma in cui, per esempio, gli elenchi dei
brani musicali funzionano come una sorta di ossatura
alla quale si aggrappa tutto il resto. Nel “caotico” Kronos, Gombrowicz riesce a sorprendere senza risultare mai banale o scontato: è come se ci lasciasse un messaggio abbandonato in una bottiglia, consegnato in una forma non lavorata, essenziale. Il messaggio di uno scrittore geniale, a lungo non riconosciuto per il suo valore, tormentato dalle malattie e dalle ristrettezze, in lotta con il tempo che bruciava troppo rapidamente la sua vita sciupandone il desiderio dell’eterna giovinezza e frustrando le sue esuberanze; uno scrittore che seppe però trovare, oltre la disperazione, gli appigli per non affondare, regalandoci, anche con questo “diario privato”, un bizzarro lascito e una testimonianza, dal profondo, della vita che ribolle e poi si spegne.» Francesco M. Cataluccio
Il Saggiatore prosegue la pubblicazione del corpus delle opere di Witold Gombrowicz avviata con Cosmo
e presenta per la prima volta al lettore italiano
Kronos: selezionato ciò che è importante, creativo,
dall’inutile e dallo sterile che c’è in ogni vita,
Gombrowicz costruisce il suo passato, lo sublima
attraverso la sua arte, si assegna il futuro che spetta ai grandi.
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