Il campo di internamento di Alberobello e dintorni dal 1940 al 1943
- Autore
- Pietro Virzi
- Editore
- Booksprint
- Pubblicazione
- 06/06/2018
- Categorie
Una memoria storica ancora divisa, sofisticata in maniera inaccettabile e anacronistica, genera sempre nuovi inganni e azioni viziate da aberranti illusioni prospettiche. Un lavoro storico condotto con rigore e metodo, con corretto esercizio al perseguimento della verità produce invece quella storia che diventa la STORIA di tutti.
Il libro è l’estratto di un’opera più articolata, presentata qualche anno fa come tesi al Master in Didattica della Shoah. In questo estratto sono stati apportati alcuni piccoli ma significativi accorgimenti, motivati dall’esigenza di offrire al pubblico un’opera appropriata con l’utilizzo di un linguaggio immediato. I contenuti, nel lavoro originale, erano indirizzati a un pubblico di specialisti, offrivano una mole di informazioni elevata e su un’area geografica più estesa: senza dubbio rappresentavano un “magazzino di informazioni” più importante. Nella presente stesura lo sviluppo degli argomenti, più snello, può coinvolgere chi da poco coltiva interessi per le tematiche esposte. L’idea, in un certo senso “sinottica” è che una circostanza come l’internamento e la concentrazione di ebrei o confinati politici in siti come Alberobello, Gioia del Colle, Ferramonti di Tarsia, Marconia di Pisticci fino a buona parte del 1943 si rivelò per molti una circostanza storico-biografica favorevole, permettendo ai più di sfuggire ai successivi rastrellamenti e spesso alla definitiva deportazione nei lager. Fin nella nomenclatura definisco i campi pugliesi come luoghi di internamento e non di concentramento, volendo anche nel linguaggio marcare una concreta differenza. Nei siti come Alberobello emergono episodi in cui la situazione umana coinvolge sia carcerieri che internati come protagonisti delle medesime, tragiche vicende storiche, generando un fondo di umana empatia.
Il libro è l’estratto di un’opera più articolata, presentata qualche anno fa come tesi al Master in Didattica della Shoah. In questo estratto sono stati apportati alcuni piccoli ma significativi accorgimenti, motivati dall’esigenza di offrire al pubblico un’opera appropriata con l’utilizzo di un linguaggio immediato. I contenuti, nel lavoro originale, erano indirizzati a un pubblico di specialisti, offrivano una mole di informazioni elevata e su un’area geografica più estesa: senza dubbio rappresentavano un “magazzino di informazioni” più importante. Nella presente stesura lo sviluppo degli argomenti, più snello, può coinvolgere chi da poco coltiva interessi per le tematiche esposte. L’idea, in un certo senso “sinottica” è che una circostanza come l’internamento e la concentrazione di ebrei o confinati politici in siti come Alberobello, Gioia del Colle, Ferramonti di Tarsia, Marconia di Pisticci fino a buona parte del 1943 si rivelò per molti una circostanza storico-biografica favorevole, permettendo ai più di sfuggire ai successivi rastrellamenti e spesso alla definitiva deportazione nei lager. Fin nella nomenclatura definisco i campi pugliesi come luoghi di internamento e non di concentramento, volendo anche nel linguaggio marcare una concreta differenza. Nei siti come Alberobello emergono episodi in cui la situazione umana coinvolge sia carcerieri che internati come protagonisti delle medesime, tragiche vicende storiche, generando un fondo di umana empatia.
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