A che servono i Greci e i Romani?: L'Italia e la cultura umanistica (Vele Vol. 122)

Sempre piú spesso a chi si occupa di discipline umanistiche – e soprattutto classiche – viene chiesto: «A che cosa serve?» Dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e cosí via). A fronte di tanta pervasività di immagini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse». In particolare, è proprio lo studio dei Greci e dei Romani a meritare questa pazienza: soprattutto in Italia, un paese la cui enciclopedia culturale è stata profondamente segnata dall'ininterrotta conoscenza dei classici. Se si vuole mantenere viva questa presenza, però, è indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell'insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.

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A che servono i Greci e i Romani?Mangialibri

Nella vulgata corrente si sta affermando una nuova tendenza linguistica a utilizzare metafore di natura economica e mercantilistica per definire il variegato insieme delle attività culturali e delle opere d’arte. Il passato storico e artistico viene presentato, ad esempio, in termini di “patrimonio”, parola di origine latina che definiva il complesso dei beni materiali che si Leggi tutta la recensione

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