Tenaci terapie d'amore: Romanzo breve
- Autore
- Natasha Genovese
- Pubblicazione
- 12/07/2016
- Categorie
Cosa lega Jorge e Talia, due ragazzini di dieci anni?
Non il luogo in cui abitano, non l’approccio alla vita, non le mode o gli aspetti della loro quotidianità.
Anche il loro carattere è diverso, più scanzonato uno, introversa l’altra.
Ma una luce di consapevolezza sembra attraversare e far vibrare all’unisono le loro menti e la visione disincantata sul mondo che li contiene e i “grandi” che ne reggono le sorti.
Come un anno, nella vita di ognuno di noi, ormai adulto, scivola monotono, il più delle volte uguale a quello precedente, così quello di un bambino, anche se all’apparenza intessuto da episodi banali, è forse la chiave per capire il significato stesso della nostra esistenza.
Le pagine si soffermano anche sulla descrizione della città di uno dei due piccoli protagonisti: Palermo.
Pure se non espressamente citata è riconoscibile, con i suoi umori, luci e ombre, bellezze e caratteristiche indimenticabili.
"E poi, sinistra destra, ecco il mare, un po' lontano ma non troppo, confuso nel grigio metallico delle strutture dei cantieri navali e nel marrone di tre vecchie ciminiere, stagliate proprio nella luce azzurrina. Su tutto, impalcatura di cartapesta pietrificata, il monte, da inconsueti riflessi indaco così magnetici per Talia, sovrasta la vita alle pendici con il lezioso preziosismo al vertice, un castello rosa."
Non il luogo in cui abitano, non l’approccio alla vita, non le mode o gli aspetti della loro quotidianità.
Anche il loro carattere è diverso, più scanzonato uno, introversa l’altra.
Ma una luce di consapevolezza sembra attraversare e far vibrare all’unisono le loro menti e la visione disincantata sul mondo che li contiene e i “grandi” che ne reggono le sorti.
Come un anno, nella vita di ognuno di noi, ormai adulto, scivola monotono, il più delle volte uguale a quello precedente, così quello di un bambino, anche se all’apparenza intessuto da episodi banali, è forse la chiave per capire il significato stesso della nostra esistenza.
Le pagine si soffermano anche sulla descrizione della città di uno dei due piccoli protagonisti: Palermo.
Pure se non espressamente citata è riconoscibile, con i suoi umori, luci e ombre, bellezze e caratteristiche indimenticabili.
"E poi, sinistra destra, ecco il mare, un po' lontano ma non troppo, confuso nel grigio metallico delle strutture dei cantieri navali e nel marrone di tre vecchie ciminiere, stagliate proprio nella luce azzurrina. Su tutto, impalcatura di cartapesta pietrificata, il monte, da inconsueti riflessi indaco così magnetici per Talia, sovrasta la vita alle pendici con il lezioso preziosismo al vertice, un castello rosa."
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