Il Fugace Ritorno

Una telefonata, poche parole ed il passato ritorna, vivido, impetuoso...


Mi sentivo a disagio sul pavimento, legata impotente, in attesa che uno di loro effettuasse la prossima mossa. Non ci è voluto molto. Sentii una lieve punta del polpastrello accarezzare a tentoni la mia guancia quasi un attimo dopo che l'oscurità mi aveva bloccata al suo interno. Rimasi senza fiato per colpa del bavaglio al tocco, e subito guizzò via. Era Oscar? Era Marzia? Non lo sapevo. Ma in pochi istanti era tornato, qualcuno sentiva e tastava il mio collo, la curva delle mie spalle e poi si dirigeva verso il mio seno.

Ho trattenuto il respiro dentro, il petto si era spinto fuori con impazienza, la carne tremava impotente mentre la mano toccava dolcemente i miei capezzoli. Nessun pizzicotto, solo accarezzare, toccare, sentire, esplorare. Poi un'altra mano sul petto opposto, accarezzando altrettanto delicatamente. Cieca e ansimante per dover respirare attorno alla palla-bavaglio, rabbrividii. Le mani si fermarono interrogativamente, aspettando che il mio respiro si calmasse. Ma non potevo sistemarmi. Il calore tra le mie gambe si stava diffondendo nel mio corpo, le mie ossa sembravano trasformarsi in gelatina, tutto il mio corpo si sollevava e pulsava di desiderio. Volevo aprire le gambe, per alleviare il calore tra le mie cosce, ma ero abbastanza indifesa, legata com'ero.

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