Lussuria

"L'avrei piegata sulla sua scrivania e fottuto quel culo!" Viviana ricordò che Enrico stava dicendo. Enrico era un collega e lei aveva sentito il suo commento dopo un incontro di lavoro un paio di settimane fa. Non si rendeva conto che i suoi colleghi maschi avessero pensieri e desideri per lei nel suo nuovo posto di lavoro; era ingenua nel pensare che fosse successo solo nella sua precedente compagnia, dove l'aveva vissuto in prima persona durante una delle sue pause pranzo. Da quel fatidico incidente, Viviana sapeva che lei, in particolare per quelle gambe strette e snelle chiuse nei collant, attirava l'attenzione degli uomini.
Era questo Enrico che stava spingendo la sua asta tra le sue gambe fasciate di nylon? Premette il suo corpo contro di lei in modo che i suoi seni, ora nudi, fossero schiacciati contro il muro freddo. I suoi capezzoli si indurirono quando il suo respiro caldo ansimò contro il suo collo; i suoi denti mordevano dolcemente la sua pelle liscia.

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