I coetanei

4 giugno 1944, gli americani entrano a Roma. Elsa de’ Giorgi, grande attrice del cinema italiano di quegli anni, di famiglia antifascista e lei stessa antifascista, scende in strada per porgere a un soldato una bandiera tricolore. Lei è di una bellezza sfolgorante, ha appena sposato il nobile Contini Bonacossi, ed è corteggiata da tanti. In casa sua passano Carlo Levi e Alberto Moravia, Renato Guttuso e Pietro Nenni. E nei suoi quaderni raccoglie i ritratti degli uomini dell’antifascismo e della Resistenza romana, appunti che riscritti ed editati da un giovane Italo Calvino vinceranno il Premio Viareggio con il titolo "I coetanei". "I coetanei" è un libro amaro, come intrisa di amarezza è la generazione che ne è protagonista: una folla di intellettuali, artisti, scrittori che si è precocemente imbattuta, vivendolo sulla propria pelle, con il non senso della Storia. E poiché, dove abita l’intelligenza, all’amarezza non può che accompagnarsi l’ironia, questo è anche un libro ironico: difficile da descrivere e pure ricco di descrizioni, abilmente disteso fra i territori della narrazione e della non-fiction, oscillante tra romanzo, "journal" e saggio.

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