Libro Café
RAID GOUM: Diario di viaggio di un goumier agnostico
Il Goum è un viaggio durante il quale un credente ha la possibilità di stare a contatto con Dio per tutto il tempo. Può dedicargli fatica, fame, sete e vesciche. Può ringraziarlo per il cibo, per la bellezza dei paesaggi e per le persone che con lui condividono la stessa esperienza. Può sentirsi non un granello di sabbia, non un mucchietto riciclato di atomi, ma parte, nella sua unicità, dell'imperscrutabile disegno divino.
Non è il mio caso. Per quanto mi riguarda, la divinità l'ho vista solo dalla panchina, guardando gli altri giocare, come un tifoso davanti alla TV che non saprebbe fare due passi in campo, ma partecipa comunque con tutto sé stesso all'andamento della partita.
Dire che Dio non mi ha trovato scatenerebbe considerazioni inutili; mi assumo tutta la responsabilità del mancato rendez-vous e ammetto che sono stato io a non cercarlo veramente.
Il rapporto con i compagni è stato esclusivo, ma non ha avuto il tempo di maturare abbastanza da farmene sentire poi la mancanza.
Vista così, a pezzi, in assenza di una prospettiva mistica, non sembrerebbe essere un granché di esperienza, ma durante il suo svolgimento, il Goum ha il potere di amalgamare perfettamente tutti gli elementi che lo compongono e creare un effetto, fede o non fede, sorprendente.
Il Goum spezza la catena degli eventi quotidiani, annulla ritmi e dipendenze tecnologiche; è un grembo nel quale si rimane sospesi per tutto il tempo.
Lo strato che separa esterno e interno si riduce, la possibilità di percezione si fa più intensa, sentimenti ed emozioni viaggiano a fior di pelle. È un'esperienza che innesca interazioni psicologiche importanti, personali e collettive, che arricchisce chi la fa. Come? Ancora non l'ho capito. So solo che il mio desiderio di partecipare ad altri Goum persiste inalterato.
Non è il mio caso. Per quanto mi riguarda, la divinità l'ho vista solo dalla panchina, guardando gli altri giocare, come un tifoso davanti alla TV che non saprebbe fare due passi in campo, ma partecipa comunque con tutto sé stesso all'andamento della partita.
Dire che Dio non mi ha trovato scatenerebbe considerazioni inutili; mi assumo tutta la responsabilità del mancato rendez-vous e ammetto che sono stato io a non cercarlo veramente.
Il rapporto con i compagni è stato esclusivo, ma non ha avuto il tempo di maturare abbastanza da farmene sentire poi la mancanza.
Vista così, a pezzi, in assenza di una prospettiva mistica, non sembrerebbe essere un granché di esperienza, ma durante il suo svolgimento, il Goum ha il potere di amalgamare perfettamente tutti gli elementi che lo compongono e creare un effetto, fede o non fede, sorprendente.
Il Goum spezza la catena degli eventi quotidiani, annulla ritmi e dipendenze tecnologiche; è un grembo nel quale si rimane sospesi per tutto il tempo.
Lo strato che separa esterno e interno si riduce, la possibilità di percezione si fa più intensa, sentimenti ed emozioni viaggiano a fior di pelle. È un'esperienza che innesca interazioni psicologiche importanti, personali e collettive, che arricchisce chi la fa. Come? Ancora non l'ho capito. So solo che il mio desiderio di partecipare ad altri Goum persiste inalterato.
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