Il giardino dei ciliegi

“Perché io sono nata qui, qui sono vissuti mio padre e mia madre,
mio nonno, io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi, non
capisco più alcunché della mia vita e, se proprio è necessario venderlo,
allora vendete anche me insieme ad esso”.

Nel contesto che precede la Prima Rivoluzione russa del 1905,
quando l’aristocrazia si appresta alla fuga, cedendo il passo a
intraprendenti esponenti della borghesia, Liubov Ranievskaia,
dopo cinque anni di vita dissoluta all’estero, torna alla sua vecchia
casa, dove ritrova i luoghi e gli oggetti del suo passato. Tra questi,
il giardino dei ciliegi che, a dispetto della generale decadenza,
ogni anno fiorisce, colorando il paesaggio di soffi ci gemme bianche,
e nel quale la donna sente affondare le proprie radici.
Un passato che rischia di perdere a causa della disperata situazione
economica...
Attorno a lei ruotano altri personaggi: le figlie Ania e Varia, il fratello
Gaiev, il vizioso valletto Iascia, lo studente Trofimov e, soprattutto,
l’ex servitore arricchito Lopachin.
Che destino attende Ranievskaia e il suo bellissimo giardino, custode
di ricordi e segreti?

Anton Plavovic• C•echov (1860 - 1904) fu uno scrittore, drammaturgo
e medico russo. Tra le sue opere, Senza padre (1878), Ridi
se ti riesce (1878), Il duello (1891), Il gabbiano (1896) e Zio Vanja
(1899).

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