In viaggio con il chierico. Letture a sobbalzi tra rotoli del Salterio, dogmi e vangeli
- Autore
- Stefano Iavazzo
- Editore
- Youcanprint
- Pubblicazione
- 01/02/2019
- Valutazione
- 1
- Categorie
In un naturale cambio generazionale, la esuberanza dei giovani contro l’inalterabilità dei vecchi, alla Religione dei padri sembra succedere quella dei figli che, come da canoni rivoluzionari, respingono il superato rigore dei riti e dei precetti del Tempio, rendendosi disponibili, per di più, a osare qualsiasi trasgressione, fino ad accettare la “contaminazione” con altri modelli religiosi, che culminano nella figura di un Soter, Salvatore, figlio di Dio, che viene offerto come capro espiatorio, unico e per sempre.
Questa nuova cultualità, mettendo fine a tutti i sacrifici di animali, sposta la centralità del culto divino dal Tempio ad ogni singolo individuo, che vive una nuova esperienza religiosa nel semplice ricordo di quel sommo sacrificio, che può praticare in ogni momento e in ogni angolo della terra, nel modo di adattare la sua quotidianità ad altre cadenze di stagioni, in mezzo a tanta diversità di genti, interpretando le sue relazioni sociali, sia da uomo libero che da schiavo, tutte finalizzate alla sua salvezza eterna,
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Recensioni e articoli
Credere più a ragione — Stefano Iavazzo
I chierici, quindi, sono rappresentanti ieratici di una religione, della cui visione devono conservare la storia, nel mondo, per perpetuare la memoria, tramite i riti e le pratiche cultuali, necessaria a mostrare la loro fede, nel convincimento di altri a quella che loro ritengono la sola verità, avvolta quasi sempre nel mistero. Per la qual cosa si ritengono detentori di impenetrabili segreti, vivendo, nella loro società, un ruolo di privilegio, differenziato nel loro ordine gerarchico,in base ad un presunto grado di conoscenza e di santità. Per questa ambizione di raggiungere il grado più elevato, il sistema si consolida sull’obbedienza cieca, supportata da dogmi e castighi divini, inibendo qualsiasi desiderio, lontano dai precetti, concepito anche solo con la mente. Secondo il diritto canonico, perciò, il chierico è incaricato di portare la parola di Dio, colui che ha il compito di amministrare i sacramenti, sacerdote, in senso proprio, contrapposto a laico. Per di più vien inteso persona avviata al sacerdozio e che già indossa l'abito talare, la stessa che, prima dell'attuale riforma, era obbligato al rito della tonsura, oggi soppresso. Prima della riforma del Concilio Vaticano II, difatti, era chierico anche l'uomo che, pur non avendo ancora ricevuto gli Ordini maggiori (suddiaconato, diaconato, presbiterato ed episcopato), era già considerato come facente parte del clero, in quanto aveva ricevuto uno o più ordini minori, godendo della rendita di un beneficio ecclesiastico, per la qual cosa veniva giudicato, in caso di reati, da uno specifico tribunale ecclesiastico in base al privilegium fori. Proprio a significare questa distinzione rispetto al resto del popolo, gli veniva rasata la parte superiore della testa, tramite il rito della tonsura, per la qual cosa anche la parte rasata del capo, soprattutto, in alcune regioni d'Italia, veniva chiamata "chierica".
giovanni agostino pinna Per Asor Rosa "chierico" è l'equivalente di "intellettuale" ed è un'equivalenza curiosa poiché chieri
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