Quell'incredibile '68: Personaggi, eventi e miti di un anno che ha cambiato il mondo.
- Autore
- Pasquale Gerardo Santella
- Editore
- Michelangelo 1915 editore
- Pubblicazione
- 03/02/2019
- Categorie
Sono cinquanta anni dal ’68. Articoli di giornali e riviste, libri, DVD, dibattiti radiofonici, documentari televisivi, memoriali dei protagonisti di allora, discussioni sui social, immagini e video nell'immenso contenitore di Internet.
All'epoca avevo venti anni, (in)consapevole testimone di un processo storico, in cui c’eravamo tutti e, come cantava De André ne La canzone di maggio: “nessuno poteva dirsi assolto / perché era lo stesso coinvolto”.
Ricordo quell'anno “incredibile” attraverso una serie di “Fotogrammi”, disposte, per quanto possibile, secondo una linearità cronologica e geostorica, che hanno impressionato per sempre la mia memoria e che in qualche modo hanno contribuito a formarmi.
Non il racconto, dunque, degli eventi politici del ’68 né un giudizio storico dettato dall'appartenenza ad una determinata corrente storiografica né tantomeno una operazione semplicemente nostalgica o revisionistica strumentale.
Il punto di vista da cui richiamo la memoria di quella stagione è anzitutto soggettivo. Mi ci sono trovato dentro, non potevo non esserne toccato, assecondare il soffio di un vento di modernità. Che si infilava nei tuoi schemi mentali tradizionali, che metteva in discussione l’educazione familiare ricevuta, la cultura provinciale in cui eri cresciuto, il rispetto acritico verso la religione cattolica, una formazione scolastica fatta di insegnamenti trasmissivi in cui era assente il dialogo, l’obbedienza verso gli adulti come virtù; che tendeva a far saltare il coperchio degli ideali e della pratica di vita borghese per far fuoriuscire i bollori dei bisogni e dell’entusiasmo giovanile, alla ricerca di una strada libera e autonoma da percorrere, di un vecchio mondo da abbattere, di un nuovo mondo da costruire.
All'epoca avevo venti anni, (in)consapevole testimone di un processo storico, in cui c’eravamo tutti e, come cantava De André ne La canzone di maggio: “nessuno poteva dirsi assolto / perché era lo stesso coinvolto”.
Ricordo quell'anno “incredibile” attraverso una serie di “Fotogrammi”, disposte, per quanto possibile, secondo una linearità cronologica e geostorica, che hanno impressionato per sempre la mia memoria e che in qualche modo hanno contribuito a formarmi.
Non il racconto, dunque, degli eventi politici del ’68 né un giudizio storico dettato dall'appartenenza ad una determinata corrente storiografica né tantomeno una operazione semplicemente nostalgica o revisionistica strumentale.
Il punto di vista da cui richiamo la memoria di quella stagione è anzitutto soggettivo. Mi ci sono trovato dentro, non potevo non esserne toccato, assecondare il soffio di un vento di modernità. Che si infilava nei tuoi schemi mentali tradizionali, che metteva in discussione l’educazione familiare ricevuta, la cultura provinciale in cui eri cresciuto, il rispetto acritico verso la religione cattolica, una formazione scolastica fatta di insegnamenti trasmissivi in cui era assente il dialogo, l’obbedienza verso gli adulti come virtù; che tendeva a far saltare il coperchio degli ideali e della pratica di vita borghese per far fuoriuscire i bollori dei bisogni e dell’entusiasmo giovanile, alla ricerca di una strada libera e autonoma da percorrere, di un vecchio mondo da abbattere, di un nuovo mondo da costruire.
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