La figura di Eloisa nello “Scito te ipsum” di Pietro Abelardo – Una tesi storica

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La figura di Eloisa nello “Scito te ipsum” di Pietro Abelardo – Una tesi storica
Autore
Valtero Curzi
Editore
Le Mezzelane Casa Editrice
Pubblicazione
11/04/2019
Categorie
Sulle basi dell’Epistolario, testimonianza della sua leggendaria storia d’amore con Eloisa, Abelardo costruisce lo “Scito te ipsum” in cui teorizza l’etica dell’intenzione, facendone così un monumento alla donna amata.
Il sentimento d’amore vissuto da due anime straordinarie può prendere strade inconsuete, dolci ma a volte anche tragiche. Il rapporto d’amore tra il filosofo Pietro Abelardo e la combattiva Eloisa trascende anche la morale, dando vista all’etica dell’intenzione. Abelardo ha amato Eloisa; successivamente ha definito il suo comportamento con lei come lussurioso, tuttavia, per mezzo dell’etica dell’intenzione, quasi si auto-giustifica, sostenendo che: “Dio tien conto infatti non delle cose che si fanno, ma dell’animo con cui si fanno; e il merito e la lode di colui che agisce non consiste nell’azione, ma nell’intentio.” Riconducendo al suo caso specifico, lo Scito te ipsum testimonia: “… così l’intenzione ispirata all’amore scusa colui al quale il comando è rivolto.”
L’Epistolario fra Abelardo e Eloisa testimonia questa leggendaria storia d’amore, e costituisce le basi dell’opera filosofica “Scito te ipsum”.

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