Nato per non correre
- Autore
- Salvo Anzaldi
- Editore
- CasaSirio Editore
- Pubblicazione
- 16/05/2019
- Categorie
È possibile correre i 42 km della Maratona di New York con un ginocchio in titanio e una malattia considerata sinonimo di immobilità? Sì, e ce lo ha dimostrato Salvo Anzaldi, il primo novembre 2015.
Salvo è un giornalista, un appassionato di calcio e un fan sfegatato di Bruce Springsteen. Ma soprattutto Salvo è emofilico, il suo sangue ha una carenza del fattore che ne permette la coagulazione. Questo vuol dire anche che la caduta più banale può avere conseguenze molto serie: i versamenti delle articolazioni possono portare le cartilagini a consumarsi e le ossa a modificarsi, e mentre il dolore aumenta le possibilità di movimento diminuiscono.
La cosa migliore, per Salvo, sarebbe stata vivere una vita tranquilla, al riparo da ogni possibile trauma, ma quella che racconta in questo libro è una storia diversa, la storia di una persona che, nonostante le difficoltà e la sofferenza (e l’aver scampato per miracolo il contagio da HIV e Epatite C dovuto agli emoderivati infetti), non ha mai voluto rinunciare a nulla, neanche a una singola, devastante partita di calcetto, a un viaggio dall’altra parte del mondo o, perché no, a essere uno dei cinque emofilici che per la prima volta nella Storia hanno corso la maratona più famosa al mondo.
Una corsa per dimostrare a se stesso e, grazie anche alla collaborazione con Telethon, a ogni singolo emofilico, che nessuna sfida è troppo grande da non poter essere affrontata e che, se ci credi, puoi arrivare dove non avresti mai nemmeno osato sognare.
Salvo è un giornalista, un appassionato di calcio e un fan sfegatato di Bruce Springsteen. Ma soprattutto Salvo è emofilico, il suo sangue ha una carenza del fattore che ne permette la coagulazione. Questo vuol dire anche che la caduta più banale può avere conseguenze molto serie: i versamenti delle articolazioni possono portare le cartilagini a consumarsi e le ossa a modificarsi, e mentre il dolore aumenta le possibilità di movimento diminuiscono.
La cosa migliore, per Salvo, sarebbe stata vivere una vita tranquilla, al riparo da ogni possibile trauma, ma quella che racconta in questo libro è una storia diversa, la storia di una persona che, nonostante le difficoltà e la sofferenza (e l’aver scampato per miracolo il contagio da HIV e Epatite C dovuto agli emoderivati infetti), non ha mai voluto rinunciare a nulla, neanche a una singola, devastante partita di calcetto, a un viaggio dall’altra parte del mondo o, perché no, a essere uno dei cinque emofilici che per la prima volta nella Storia hanno corso la maratona più famosa al mondo.
Una corsa per dimostrare a se stesso e, grazie anche alla collaborazione con Telethon, a ogni singolo emofilico, che nessuna sfida è troppo grande da non poter essere affrontata e che, se ci credi, puoi arrivare dove non avresti mai nemmeno osato sognare.
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