La mia rivincita

Siamo tutti diversamente abili. La storia di Filippo
La mia rivincita: il racconto in prima persona di un ragazzo che lotta dal giorno in cui è venuto al mondo, che non vuole mollare mai, che malgrado le tante difficoltà date dalla propria patologia, cerca sempre uno scopo per andare avanti e dimostrare il proprio valore.
“Una storia scritta in modo crudo perché è cruda, che vuole soprattutto raccontare i fatti in modo diretto al fine di suscitare riflessioni, trasmettere consapevolezze, permettere alle persone normodotate di immergersi in ciò che non possono comprendere ma solo immaginare”: questo il desiderio dell’autore, oggi diciannovenne, che dice di voler prendere forza dal suo passato per migliorarsi e il cui maggior desiderio è quello di dare motivo a chiunque di sorridere e di non lasciarsi mai sopraffare, perché “la diversità non esiste, è solo un blocco mentale che si crea nel momento in cui si ha a che fare con qualcuno che non rientra nel proprio schema di super uomo bensì di apparentemente anomalo”.
È questo che, per Filippo Bisio, molto spesso porta l’essere umano a creare una barriera tra se stesso e il “diverso”: “perché fondamentalmente la normalità è un’utopia … Siamo tutti diversi l’uno dall’altro, perciò persino il concetto di diversamente abile decade per il semplice fatto che nessuno sarà mai in grado di fare qualunque cosa. Tutto il genere umano, sotto questo punto di vista, può essere definito inabile a qualcosa.”
La storia dell’infanzia e dell’adolescenza di un ragazzo che non ha mai permesso alla sua patologia di avere la meglio sulla sua vita di tutti i giorni e sui suoi desideri, e che, talvolta con rabbia e tensione, combatte contro una società che con fin troppa facilità dà etichette e “non accetta che ogni persona sia un individuo a sé, diverso quindi da tutti gli altri, e che la normalità sia una delle tante invenzioni dell’essere
umano.”

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