Frammenti e memorie di amore e di vita in Milano: Achille Ricci (1867-1944)

La memoria è un dono prezioso, guai scordarsene. Essa ci permette di ricostruire vicende passate e di ridare vita a personaggi dimenticati. E di personaggi dimenticati ce ne sono tantissimi, soprattutto se vissero nell’ombra. Achille Ricci è uno di costoro. Egli, industriale lombardo vissuto tra l’Unità d’Italia e la Seconda guerra mondiale, appartenne a quella filantropia milanese che si adoperò per aiutare e promuovere il miglioramento del tenore di vita dei meno fortunati. Mentre nel nostro paese prendevano piede e accumulavano consensi nazionalismo e xenofobia, Ricci apriva i suoi interessi in territorio rumeno (fu console per la Romania dal 1905 al 1928) e si impegnava in opere di carità (commissario prefettizio del Convitto di Affori e direttore dell’Asilo infantile di Bussero). Una figura controcorrente come tante che la Storia, quella con la esse maiuscola, trascura. A partire da un’indagine accurata e meticolosa di fonti archivistiche e documenti originali, il presente romanzo ricostruisce frammenti della vita di Achille Ricci.

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