Dimenticati dal mondo: Il mio diario della Campagna di Russia (1942/43)

Un documento originale mai pubblicato fino ad oggi. Una storia vera che ci porta indietro a metà del secolo scorso, in piena seconda guerra mondiale. 1942/43 la Campagna di Russia, dal Piemonte al Don e ritorno. Poco più che ventiduenne, un sergente annota giornalmente nel suo diario quello che lo colpisce e ci rende così partecipi di una immane tragedia. L'interminabile avvicinamento al fronte, prima in tradotta e poi a piedi. Le condizioni estreme e la scarsità di cibo debilitano i soldati italiani ancor prima di entrare in contatto con i Russi. I primi morti. Il rendersi pian piano conto di essere stati forse mandati allo sbaraglio. L'inarrestabile valanga dell'offensiva sovietica e la disastrosa rotta nell'inverno russo. L'inferno di Kantemirovka. Quasi 90.000 italiani morti o dispersi.
"I casi della vita mi hanno condotto in Russia. Gratis. Tutto a spese del Governo Italiano.
Ero sergente da poche settimane. Comandavo una squadra del 3° plotone della 3a Compagnia del III Btg. Mortai da 81 della Divisione Ravenna. Perciò ero uno dei 220.000 dell’ARMIR (Armata Italiana in Russia), mandati laggiù coi fucili ’91 e le fasce mollettiere a far la fine che tutti sanno.
Ero uno di quegli sciagurati che hanno fatto la “Ritirata di Russia”. Dicono e scrivono che sia stato uno degli episodi più spaventosi della 2a guerra mondiale, anche per il gran freddo che faceva. Forse è così.
Comunque, non so come, sono riuscito a tornare in Italia. Qui è doveroso un grazie alla magnifica gente dell’Ucraina, che ci ha aiutati in tutti i modi, spesso anche a rischio della vita. Non li dimenticherò mai."
Così Armando Franzi inizia la prefazione del suo diario scritto quarant'anni prima durante la Campagna di Russia.
Nato, da emigrati italiani, nella Svizzera tedesca, a 16 anni, nel 1936, viene in Italia per lavorare e imparare l'italiano. Nel '40 è chiamato alle armi e nel giugno del '42, a 22 anni appena compiuti, viene spedito in Russia. Il diario, scritto in tedesco e quarant'anni dopo tradotto in italiano da lui stesso, descrive in dettaglio sia l'avanzata che la ritirata. La lettura è agevole e coinvolgente e ci offre uno spaccato indimenticabile di quell'odissea. Il diario è corredato dalle cartine dei percorsi e arricchito da schizzi originali e alcune foto.

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L’autore, nato, da emigrati italiani, a Solothurn nella Svizzera tedesca, a 16 anni, nel 1936, torna in Italia per lavorare e imparare l'italiano. Nel '40 è chiamato alle armi nel 3° plotone della 3a Compagnia del III Btg. Mortai da 81 della Divisione Ravenna. Allo scoppio della guerra è sul fronte occidentale e nel giugno del '42, a 22 anni appena compiuti, viene spedito in Russia con lâ...