Rio Lachim-Meddino

Rio Lachim-Meddino

Rio Lachim-Meddino è lo pseudonimo di uno straniero. È un'etichetta su un pacco. Puro arbitrio. Esisto ma se mi cerco non mi trovo. Non sono nella mia biografia, pura immaginazione; non nel mio passato che è stato irreparabilmente perduto; non nelle storie che racconto. Disse un saggio che tutti i fenomeni (dharma) sono privi di identità, sono vuoti di identità (svabhāva). Poiché nessun fenomeno possiede una natura indipendente, si può dire che tutto ciò che esiste è vacuità. Allora, chi sono?
Nato sotto quel cielo di Lombardia che è “così bello quando è bello”. Ma io, di giorni così belli, me ne ricordo pochi. Ho studiato in università e vissuto in città che già non esistono (Milano, Lugano, Edimburgo, Londra). Sono uno straniero sebbene ho una partita IVA e un codice fiscale che assumono che io sono sono davvero “Io”. Sono un oggetto tributario, una questione burocratica, un codice in un registro… Davvero, lo sono?
Vivo vicino a un fiume che cita il Manzoni in una sua famosa poesia (no, non è il Reno).
Tre uomini mi hanno messo al mondo. David Amitin, mio direttore e mio maestro nell’arte infinita del Teatro. D. B., altro “Funes el memorioso”, che mi ha insegnato a leggere attraverso le sue indicazioni, i suoi testi e la sua intelligenza. E A. C. che mi ha mostrato, dalle profondità dei Bar di Malasaña o della Latina, come si pensa, raccontandomi di Heidegger, di Lévinas, di Deridda…
Ho scritto e diretto Teatro.
Mia madre e mio padre, loro e altri, sono sempre degli stranieri.

I libri pubblicati da Rio Lachim-Meddino

L'uomo che non

L'uomo che non

Rio Lachim-Meddino Rio Lachim-Meddino

Una raccolta di racconti in cui si susseguono personaggi e voci singolari: pecore megalomani, compagni di lavoro che si trasformano in rettili, spiriti bambini, becchini nobili e sgrammaticati. Tutte creature in bilico, in pericolo, alle prese con i mille problemi dell’esistere. Potrà una capretta sopravvivere fra tanta bestie cattive? Potrà un giovane …