L'imperatore Giuliano


Giuliano, oggi conosciuto come l'Apostata (cioè 'il traditore'), a sei anni sopravvisse alle stragi che dopo la morte di suo zio Costantino eliminarono quasi interamente il ramo cadetto della famiglia regnante. Giuliano trascorse il resto della sua infanzia in un esilio dorato e perfezionò poi la sua educazione, studiando retorica e filosofia, in diverse città dell'oriente ellenistico. Le esperienze maturate allora lo spinsero ad abbandonare il cristianesimo e ad abbracciare il culto degli dei tradizionali. Richiamato a corte nel 355 e nominato Cesare (imperatore 'in seconda') dal cugino Costanzo II, si distinse in Gallia per le sue doti di generale e di amministratore. Nel 361 fu proclamato Augusto dalle sue truppe e di lì a poco, con la morte del cugino, si ritrovò unico sovrano dell'impero. Rivelate finalmente le sue vere simpatie religiose, Giuliano intraprese una politica di restaurazione del paganesimo, ma il progetto non poté compiersi per la sua prematura scomparsa.



L'affascinante e tragica vicenda di Giuliano l'Apostata, l'ultimo paladino del paganesimo.

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