Viaggi con Claudine

Sono partito da Milano per scoprire l’Emilia. Non per scoprirla a voialtri: per conoscerla io. A voialtri scoprirò me stesso, vagabondante per questi paesi e cittadine, che hanno bellezze potenti e fragili.
Ho portato con me, nel viaggio, la compagnia di un pittore futurista, che chiamerò Pìnico; di un commediografo pirandelliano, a cui darò il nome di Crotto; e infine quella movimentata e sconvolgente di Claudine, la quale non è vero affatto che se ne sia andata, come si afferma nel quarto ed ultimo volume che i coniugi Willy hanno scritto per lei. Infatti, dopo aver visitato Bayreuth, invece di tornare a Parigi, Claudine s’è messa (senza Rinaldo) a girare l’Emilia assieme a Pìnico, a Crotto, e a me.
Tutti e tre mi sono entrati giusti giusti nella valigia. Per questo essa pesava tanto, quando stanotte m’è toccato scendere alla stazione di Borgo e portarmela da me sino all’albergo.

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