Il marito di Elena (completo)

Le sperimentazioni letterarie di Verga, negli anni tra il 1882 e il 1887, coincidono con il periodo della sua svolta verista. Il marito di Elena (1882), la raccolta di novelle milanesi Per le vie (1883) e Vagabondaggio (1887) sembrano essere in contrasto con il cammino narrativo intrapreso dallo scrittore. Tuttavia si tratta di un periodo di ricerca in cui Verga cerca di adattare l’analisi dell’animo dei personaggi, fatta in precedenza negli ambienti umili della vita siciliana, anche alle classi più agiate. Il romanzo viene pubblicato nello stesso anno de I Malavoglia, ma era stato già ideato prima del 1878 e rielaborato nel 1881.

Il fulcro della storia è l’amore di due giovani, Cesare Dorello ed Elena. L’uno proviene da una famiglia contadina ed è destinato ad una carriera di avvocato, l’altra è figlia di un funzionario borbonico in pensione, educata a Napoli e destinata ad una vita aristocratica. Le famiglie dei due protagonisti sono la dimostrazione di due diverse ambizioni: nutrono velleità di elevazione sociale, ma su due piani ineguali, l’una più in alto dell’altra. La rottura nasce poiché mentre Elena è protesa ad una vita mondana molto attiva ed entusiasmante, il marito rimane nell’ombra della sua semplicità contadina e della sua mancanza di ambizione. La figura di Cesare è una prefigurazione di Gesualdo del successivo romanzo di Verga; quella di un uomo che non riesce ad essere parte del nuovo ambiente in cui è inserito. Come in altre situazioni Verga ripudia chi si stacca dal proprio ambiente, giudicando negativo l’allontanamento, a favore di una visione più statica della realtà.

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