I fratelli della profezia

"La fantasia è più importante del sapere”, e se lo diceva Albert Einstein avrà pure un suo significato e peso. La fantasia al potere, oppure la fantasia come molla eversiva per rivoluzionare il mondo. Ma anche la fantasia, per lasciar andare emozioni e sogni, tentare l'irrazionale che aiuta ad ammorbidire il razionale.

Pamela Mancini con "I fratelli della profezia” gioca la carta della fantasia al servizio dell'emozione. Con la vicenda di un gruppo di fratelli alla scoperta di un segreto, lavora sul fantastico inserendo però pillole di saggezza, esperienze di vita quotidiana, piccoli moniti di buon senso, momenti di tenerezza. Al suo secondo romanzo, l'autrice dimostra che quando si ama scrivere, si riesce a rendere malleabile ogni stile e ogni storia. È la prova di questo bagaglio infinito di storie e di vite che ci portiamo dentro: senza nessuna scuola, senza tirocini o targhe altisonanti, Pamela scrive perché ha l'esigenza e l'urgenza di farlo. Noi siamo lì, ad ascoltarla come farebbero appunto bambini affamati di fantastico, o adulti che non vorrebbero spegnersi mai nel grigio di una vecchiaia che significa assenza di emozione.

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