Il signor Cardinaud

«Lui non aveva ancora quindici anni e già l’amava. Non come si ama una donna ma come si ama un essere inaccessibile. Come, al tempo della prima comunione, aveva amato la Madonna». Alla fine Hubert Cardinaud è riuscito a sposarla, quella Marthe «di cui tutti dicevano che si dava delle arie». Così com’è riuscito, lui, il figlio del cestaio, a diventare un distinto impiegato: uno che la domenica, all’uscita della messa, scambia saluti compunti e soddisfatti con i conoscenti e poi, dopo essersi fermato in pasticceria a comprare un dolce, torna a casa dove la moglie sta cuocendo l’arrosto con le patate. Una domenica, però, trova l’arrosto bruciato e la casa vuota – e gli crolla il mondo addosso. Non gli ci vorrà molto per scoprire che Marthe se n’è andata con un poco di buono, e che tutti in città lo sanno, e lo compatiscono, e pensano che sia un uomo «finito, annientato». E invece no. Hubert decide di ritrovare Marthe, a ogni costo, di bere «il calice fino alla feccia». Simile a «una formica ostinata che segue ostinatamente la sua strada, il suo destino, e che, ogni volta che il carico le sfugge, lo afferra di nuovo, pur essendo quel carico più grosso di lei», andrà a cercare Marthe, perché il suo posto è lì, «accanto a lui e ai bambini», e perché confida «nel trionfo del bene sul male, nella supremazia dell’ordine sul disordine» – «nell’inevitabile, fatale armonia». Con la consueta acutezza psicologica, e una sorta di ammirata partecipazione, Simenon ci racconta di un amore eroico, capace di non indietreggiare di fronte al tradimento e alla vergogna.

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Georges Simenon

La fioraia di Deauville: e altri racconti

La fioraia di Deauville: e altri racconti di Georges Simenon Adelphi

«Sui calzoncini corti la signorina Berthe, che a suo dire non aveva nient'altro da mettersi, aveva indossato quello che lei definiva un copricostume: una sorta di vestaglietta che la faceva apparire ancora più svestita, poiché era chiusa solo da un bottone sul davanti, all'altezza della vita, e i lembi si scostavano a ogni passo facendo risaltare le cosce nude. «Insomma, uno strano posto e ...

Il passeggero del Polarlys

Il passeggero del Polarlys di Georges Simenon Adelphi

Ancor prima che, in una nebbia glaciale, il Polarlys lasci il porto di Amburgo, il capitano Petersen fiuta la presenza di quello che i marinai chiamano il malocchio, e intuisce che non sarà uno dei soliti viaggi – anche se ci sono gli stessi ufficiali che conosce da anni, e l'abituale carico di macchinari, frutta e carne salata che in Norvegia verrà scambiato con uno di merluzzo, olio di foca e...

La scala di ferro (Biblioteca Adelphi)

La scala di ferro (Biblioteca Adelphi) di Georges Simenon Adelphi

«Hai ucciso tuo marito perché volevi me, e io l’ho sempre saputo … Non ti ho detto niente. Perché ti amavo … Ho vissuto qui, con te, per quindici anni. Abbiamo fatto di tutto perché i nostri due corpi non fossero che un corpo solo, perché la tua saliva fosse la mia, perché il tuo odore e il mio odore fossero il nostro odore … Adesso stai uccidendo me, è venuto il mio turno»: questo vorrebbe ...

Un Natale di Maigret: e altri racconti (Gli Adelphi. Le inchieste di Maigret)

Un Natale di Maigret: e altri racconti (Gli Adelphi. Le inchieste di Maigret) di Georges Simenon Adelphi

«Nessuno ammazza un poveraccio, che diamine! Oppure li si ammazza in serie, si fa una guerra o una rivoluzione. E se capita che un poveraccio si ammazzi con le proprie mani, non lo fa certo con una carabina ad aria compressa mentre si sta massaggiando i piedi. «Se almeno Tremblet avesse avuto un nome straniero, invece di essere banalmente del Cantal! Si sarebbe potuto supporre che appartenesse ...

Tre inchieste dell'ispettore G.7 (Gli Adelphi)

Tre inchieste dell'ispettore G.7 (Gli Adelphi) di Georges Simenon Adelphi

G.7 è uno strano tipo. Nella vita quotidiana sembra più giovane di quanto non sia, e ha modi così gioviali che si stenta a prenderlo sul serio. Ma appena comincia a seguire un caso il suo atteggiamento cambia. Si chiude in se stesso. E, cosa più strana, assume un'aria timida che non si addice affatto all'immagine convenzionale del poliziotto. Mi è capitato di vedergli condurre un interrogatorio...

Il pensionante (Biblioteca Adelphi)

Il pensionante (Biblioteca Adelphi) di Georges Simenon Adelphi

Élie Nagéar non sapeva neanche come si chiamasse esattamente l'uomo che aveva ucciso a colpi di chiave inglese sul treno Bruxelles-Parigi. Sapeva solo che aveva con sé dieci mazzette di banconote, e che era olandese: tant'è che la sera prima, quando quel grosso personaggio ridanciano aveva cominciato a offrire champagne alle entraîneuse del night club, Sylvie lo aveva soprannominato Van der ...