La memoria e l'oblio
- Autore
- Alessio Martini
- Pubblicazione
- 05/12/2022
- Valutazione
- 1
- Categorie
Il romanzo si apre mentre trascorre qualche giorno di vacanza in una città termale della Toscana, prima di un corso di perfezionamento che dovrà tenere come docente all’Accademia Chigiana di Siena e poi di un successivo corso al conservatorio di Dresda.
Nella tranquillità della vacanza in un lussuoso albergo rievoca il percorso che l’ha condotta alla celebrità e al tempo stesso emergono nella sua mente ricordi e ossessioni che la seguono dagli anni dell’adolescenza: le sue tormentate relazioni saffiche, i rapporti interpersonali irrisolti, l’ossessione per la musica come ansia di perfezione assoluta e come confronto con i grandi musicisti del passato, l’ossessione per il ruolo e l’immagine di grande artista che cancella la vita privata, la fascinazione per la morte.
Rievoca la sua prima e deludente esperienza d’amore a sedici anni, nella stessa cittadina, quando costringe una ragazza, Anita, a passare la notte con lei servendosi prima della sua fascinazione di musicista giovanissima e già celebre, poi di un morboso ricatto. Ma una sola notte è sufficiente perché Catherine s’innamori di quella ragazza e sogni di vivere con lei. Tutti i sogni svaniscono all’alba: Anita prova soltanto ansia e paura di fronte a un’adolescente che nonostante le eccezionali doti di musicista le pare indecifrabile e minacciosa, le dice che non si vedranno mai più, scatenando la reazione feroce di Catherine.
Rievoca il ricordo dell’amour fou fra lei e Sophie, una ballerina giovanissima che dietro al talento di danzatrice nasconde abissi di fragilità. La passione di Sophie all’inizio si esprime come devozione nei confronti della compositrice che ha scritto per lei le musiche per diversi balletti di cui è stata protagonista. Poi diventa una reciproca dipendenza sempre più ossessiva, Catherine coinvolge l’amica nelle sue fantasie funeree nate da suggestioni letterarie e musicali, in particolare il sogno di continuare l’opera di Čajkovskij, morto suicida nel 1893 e di scrivere la musica per un balletto che riprende la trama di Morte a Venezia di Thomas Mann. Sophie tenta di suicidarsi sotto gli occhi di Catherine che non fa nulla per trattenerla, ma sprofonda a sua volta nella depressione.
Infine, rievoca il rapporto malato con Alexandre-Etienne, lo zio romanziere mancato e diventato un eminente accademico, perso nella contemplazione e nell’adorazione della bellezza e della genialità artistica di Catherine.
Dopo la morte di Sophie, la protagonista si rifugia proprio nella villa dello zio sulle colline di Bordighera e durante quel breve soggiorno isolata dal mondo Alexandre-Etienne le consegna una busta sigillata, che dovrà aprire qualora sia indagata per aver istigato Sophie a tentare il suicidio. Pochi giorni dopo Alexandre-Etienne si uccide. La situazione psicologica di Catherine è sempre più grave, non riesce più a comporre, riduce al minimo i concerti. Decide di suicidarsi in una camera d’albergo a Parigi e prima di compiere il suo proposito si reca un’ultima volta al Museo Rodin, dove scoppia in lacrime e sviene davanti a L’age mur, un bronzo modellato da Camille Claudel: quello che può sembrare il tracollo finale si rivela invece l’inizio di una lenta rinascita.
Nei giorni della vacanza in Toscana, Catherine ha ormai superato la depressione e può rievocare con distacco i ricordi tragici, tiene le sue ossessioni celate dietro la celebrità di artista e dietro il lusso di una vita alto borghese. L’unica certezza alla quale può aggrapparsi è la dedizione assoluta alla musica; ma l’attesa d’incontrare nuovamente a Dresda una giovane pianista conosciuta poche settimane prima e di cui si è subito innamorata è una tenue luce che può rischiarare il futuro.
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Recensioni e articoli
— Caterina
Avevo già letto la prima opera di Alessio Martini, Salvare i naufraghi, un romanzo storico ambientato nel 1943 sul fronte russo, caratterizzato da un profondo scavo della psicologia umana. La memoria e l’oblio pur essendo molto diverso dal precedente, ne riprende e porta all’estremo diversi spunti psicologici, che diventano elementi chiave della narrazione. Si tratta di un romanzo al tempo stesso breve e densissimo, sontuoso e ossessivo. La protagonista, Catherine, è una giovane pianista e compositrice di eccezionale talento; durante una vacanza in Toscana ripercorre gli ultimi dieci anni della sua vita, segnata da successi artistici strepitosi e dall’amour fou per Sophie, una giovanissima danzatrice tanto talentuosa quanto fragile. Catherine, con la sua bellezza algida, la sua arte, le sue ossessioni domina la scena del romanzo, ma anche la musica è una vera protagonista e così pure i luoghi. La musica per Catherine diventa ansia di perfezione assoluta e confronto ossessivo con i grandi del passato, in particolare Liszt, Čajkovskij e Rachmaninoff. E i luoghi - o meglio gli scenari su cui si muove Catherine - di un lusso ossessivo: un palazzo sul Boulevard Haussmann di Parigi, una villa neoclassica a Bordighera, un albergo in una cittadina termale senza nome. E un altro protagonista è il tarlo del suicidio, che segna la relazione autodistruttiva con Sophie: in certi momenti sembra che Catherine accarezzi con uno sguardo l’arte e la bellezza per catturarne un ricordo prima di uccidersi; alla fine, l’arte e la bellezza appaiono invece come la scialuppa con la quale Catherine riesce a salvarsi dal naufragio nella depressione e nel suicidio. Caterina
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