La lanterna di Diogene

Compra su Amazon

La lanterna di Diogene
Autore
Alfredo Panzini
Editore
Vecchie Letture
Pubblicazione
31/07/2015
Categorie
È “un ardente pomeriggio” dell’11 luglio, allorché l’autore varca la Porta Romana di Milano (“dove è necessario possedere un sistema nervoso fabbricato appositamente.) su una vecchia bicicletta per raggiungere un paesucolo sull’Adriatico, in Romagna, Bellaria: “ornate le gambe di un paio di novissime calze, montai in sella.”

Ci delizia subito una scrittura frizzante, briosamente arguta e civettuola, di quelle che una volta nate continuano a crescere con il tempo senza mai annoiare, fresche sempre, deliziose e gradite alla mente e al sentimento: “Con prepotenti squilli mi diedi ad avvertire la gente del mio passaggio, e la gente mi guardava”. Lasciare Milano è mettersi dietro le spalle la pesantezza della civiltà, il suo buio colore, il suo olezzo quasi di morte. Bellaria si configura già come una meta liberatoria, un ritorno alla purezza originaria: “una freschezza forte e giovane mi alitò nel cuore.” L’autore è sulla soglia dei quarant’anni quando inizia questo viaggio. Attraverserà paesi e città: Lodi, Piacenza, Parma, Reggio, Rubiera, Modena, Pavullo, Lama Mocogno, Abetone, San Marcello Pistoiese, La Porretta, Savignano, San Mauro, il paese in cui nacque Giovanni Pascoli, Ravenna, Mandriole, dove in una fattoria morì Anita Garibaldi, Comacchio, e taluni luoghi gli ispireranno quadretti di vita rustica e riflessioni e considerazioni quando ironiche, quando pensose, quando ariose e sorridenti. Valga per tutti l’esempio di Comacchio. C’è tanta luce, infatti, e tanta letizia in buona parte di questo viaggio, che procurano al lettore continue sensazioni di giovinezza e di libertà: “l’umile duro pane, spezzato presso qualche osteria di campagna, mi parve saporito più di ogni ricercata vivanda. Perché io evitai le città, né mi fermai in esse: le grigie mura mi avrebbero ricordato le morte età, le vane opere delle generazioni umane. Oh più sapiente tu, o Terra! Tu riassorbi ciò che, da te prodotto, si muore, e ne ricomponi le giovani primavere.”

Si può notare, disseminata qua e là, qualche sbavatura retorica o professorale, ma l’insieme resta compatto e assai piacevole ancora oggi. Ove si pensi che l’opera nacque in mezzo ai frastuoni dei molti movimenti letterari dell’inizio del Novecento, la sua sobrietà fa pensare ad un vero e proprio miracolo. Un esempio della gradevolezza in cui l’autore sa mantenere i confini della sua retorica può essere dato da questo brano, scelto tra i tanti: “Nel breve tragitto dalle Stiviere a Modena quante deliziose ville occultate nel verde dell’ubertosa campagna, come ninfe entro i boschi! Che lieto mattinare degli uccelli per i giardini silenziosi!”

L’amor di Patria è uno dei segni distintivi di questo viaggio. Una testimonianza evidente la si coglie allorché ammira la bella Modena: “Questa piccola Italia, se ci mettiamo a studiarla secondo geografia, diventa grande come un continente; e se ci mettiamo a studiarla secondo storia, quest’umile Italia diventa superba come un impero.”

Ma subito dopo ecco la sua stoccata, una delle tante: “La materia è vasta; ed è forse per questo che gli studi della storia e della geografia nazionale sono accuratamente evitati.”

Ci accorgiamo così che il viaggio di Panzini vorremmo farlo anche noi per constatare quante vezzosità e armonie da lui incontrate (“magnificenza delle cose presenti e viventi”) in quei lontani anni abbiano resistito nel tempo oppure siano scomparse lasciando il posto ad una modernità oscena, senza pudore e senza misura. Amara, tuttavia, sarebbe la inevitabile constatazione che è stato il peggio ad avanzare e a sconfiggere il bello. “La lanterna di Diogene” assume, in realtà, la valenza di una testimonianza malinconica lasciataci da un uomo che già prevedeva le conseguenze nefaste delle nuove scoperte e delle nuove invenzioni, ammaliatrici e ingannevoli.



Bartolomeo Di Monaco

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Alfredo Panzini

Il romanzo della guerra nell'anno 1914

Il romanzo della guerra nell'anno 1914 di Alfredo Panzini Passerino Editore

Struggente, intenso, amaro. "Il romanzo della guerra nell'anno 1914" è uno dei più bei libri di Alfredo Panzini. Alfredo Panzini (Senigallia, 31 dicembre 1863 – Roma, 10 aprile 1939) è stato uno scrittore, critico letterario e lessicografo italiano. ....

Grammatica italiana

Grammatica italiana di Alfredo Panzini Lindau

Pensare alla grammatica italiana ed evocare obblighi scolastici e regole di coniugazioni o concordanze è tutt'uno, e questo non la rende un argomento troppo allettante. Oggi, poi, può sembrare più utile studiare altre lingue, una innanzitutto, visto che l'inglese ha messo radici in parecchi ambiti della nostra vita (tecnologia, economia e politica) e nelle nostre scuole, senza contare che ci ...

Il diavolo nella mia libreria

Il diavolo nella mia libreria di Alfredo Panzini Bookmark Literary Agency

Un espediente straletterario come quello di un'eredita fatta di libri – ormai datati e risalenti alla Rivoluzione Francese - serve ad Alfredo Panzini per innescare le polveri dell'ironia contrapponendo i vecchi testi a quelli dell'oggi, il primo ventennio del '900. E' l'epoca della Grande Guerra e dei sommovimenti sociali che anticiperenno l'era fascista, e che Panzini immortala in maniera ...

Santippe: Piccolo romanzo fra l'antico e il moderno

Santippe: Piccolo romanzo fra l'antico e il moderno di Alfredo Panzini Vecchie Letture

- Indice interattivo Il romanzo di Alfredo Panzini, Santippe, è legato ovviamente alla moglie del filosofo Socrate. L’impressione è che l’autore cerchi di analizzare da diverse angolazioni le abitudini di Santippe e il suo comportamento nei confronti del marito, dei suoi discepoli e di altre persone; l’obiettivo è quello di verificare quanto sia credibile l’idea tradizionale di Santippe ...

Io cerco moglie

Io cerco moglie di Alfredo Panzini Elison Publishing

Alfredo Panzini con taglio umoristico, irriverente, con uno stile prezioso e particolareggiato, narra le vicissitudini del Cavalier Ginetto Sconer che passa in rassegna varie tipologie, possibili e surreali, del campionario femminile nell'ardimentosa speranza dell'incontro conclusivo: quello nuziale. La critica americana lo ha acclamato come "Il miglior libro comico dopo il Decameron di ...

Trionfi di donna

Trionfi di donna di Alfredo Panzini La Poligrafica

Example in this ebook Tutte le notti, finchè le stelle dell'Orsa non piegavano sul mare, il giovane dottor Bonòra, assistente alla cattedra di fisiologia nell'Università di X***, mi intratteneva con ricca e geniale eloquenza intorno ai più curiosi e riposti fenomeni dell'anima, ricavandone le ragioni dai segni e dalle corrispondenze che sono nella materia: e la sua dottrina era così fresca ...