Siamo tutti completamente fuori di noi
- Autore
- Karen Joy Fowler
- Editore
- Ponte alle Grazie
- Pubblicazione
- 22/01/2015
- Categorie
PREMIO PEN/FAULKNER 2014
«UN LIBRO DAL GRANDE CUORE, INCREDIBILMENTE INTELLIGENTE, PROFONDO E AMBIZIOSO». KHALED HOSSEINI
Non possiamo dirvi qui il fondamentale segreto di questo libro, che scoprirete leggendo. Possiamo però riferire quel che ne ha scritto la giuria del PEN/ Faulkner, uno dei più prestigiosi premi letterari americani, assegnato nel 2014 a Siamo tutti completamente fuori di noi: «Fowler dà un nuovo significato al principio secondo cui “ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”». E raccontare solo alcuni aspetti della trama: Rosemary Cooke ha cinque anni quando, d’estate, viene spedita dai nonni. Al ritorno in famiglia scopre che sua sorella è sparita e dell’argomento non bisogna parlare. Cinque anni più tardi, suo fratello scappa di casa, e probabilmente è ricercato dall’FBI. È facile intuire che la vita di Rosemary sia segnata da queste due assenze. Ma quando devi raccontare una storia, le ha insegnato suo padre, comincia dal centro. Salta l’inizio. E al centro di questa storia c’è lei ventiduenne che si ritrova finalmente a fare i conti col proprio passato e coi propri ricordi. Tra l’altro, e lei lo sa benissimo, dei ricordi non ci si può fidare più di tanto... Avete fra le mani un romanzo sorprendente. Le vicende della famiglia Cooke (decisamente non convenzionale, lo avrete capito; e tre fratelli così non si sono mai visti, nella letteratura di tutti i paesi) si intrecciano, nel racconto di Rosemary, con le sue avventure di studentessa, in un turbinio di battute sferzanti e colpi di scena. Spesso si ride, e talvolta si piange: due delle espressioni più tipiche di quel particolare tipo di primate che è l’essere umano.
«UN LIBRO DAL GRANDE CUORE, INCREDIBILMENTE INTELLIGENTE, PROFONDO E AMBIZIOSO». KHALED HOSSEINI
Non possiamo dirvi qui il fondamentale segreto di questo libro, che scoprirete leggendo. Possiamo però riferire quel che ne ha scritto la giuria del PEN/ Faulkner, uno dei più prestigiosi premi letterari americani, assegnato nel 2014 a Siamo tutti completamente fuori di noi: «Fowler dà un nuovo significato al principio secondo cui “ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”». E raccontare solo alcuni aspetti della trama: Rosemary Cooke ha cinque anni quando, d’estate, viene spedita dai nonni. Al ritorno in famiglia scopre che sua sorella è sparita e dell’argomento non bisogna parlare. Cinque anni più tardi, suo fratello scappa di casa, e probabilmente è ricercato dall’FBI. È facile intuire che la vita di Rosemary sia segnata da queste due assenze. Ma quando devi raccontare una storia, le ha insegnato suo padre, comincia dal centro. Salta l’inizio. E al centro di questa storia c’è lei ventiduenne che si ritrova finalmente a fare i conti col proprio passato e coi propri ricordi. Tra l’altro, e lei lo sa benissimo, dei ricordi non ci si può fidare più di tanto... Avete fra le mani un romanzo sorprendente. Le vicende della famiglia Cooke (decisamente non convenzionale, lo avrete capito; e tre fratelli così non si sono mai visti, nella letteratura di tutti i paesi) si intrecciano, nel racconto di Rosemary, con le sue avventure di studentessa, in un turbinio di battute sferzanti e colpi di scena. Spesso si ride, e talvolta si piange: due delle espressioni più tipiche di quel particolare tipo di primate che è l’essere umano.
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