Cara bambina (Piccola biblioteca Adelphi)

Quando, nel dicembre 1747, ritorna in Italia, La­dy Montagu è una cinquantottenne insieme appagata e disillusa. Alle spalle si lascia le sequen­ze di u­na parabola romanzesca: la precoce vocazione let­teraria; la fuga e il matrimonio contro la volontà paterna; l'a­scesa nella società politico-in­­tel­lettuale inglese; il soggiorno, accanto al marito ambasciatore, a Costantinopoli, da dove impor­terà un metodo di immunizzazione dal vaiolo (la malattia che ha oltraggiato la sua bellezza); l'e­pilogo deludente della relazione con il letterato Francesco Algarotti. Al­l'o­riz­zonte sembra dunque profilarsi una vecchiaia solitaria, «non dissimile da quella di Robinson Crusoe».
L'autunno della vita le riserverà invece la grazia di un insperato equilibrio e di una saggezza dolorosa, rischiarata dalla luce dei luoghi dove per lo più risiede: quello «straordinario punto della Terra» tra il lago d'Iseo, le terme di Lovere e gli «invalicabili» monti circostanti. Ne sono testimonianza queste vibranti lettere a Lady Bute, moglie del Primo ministro d'Inghilterra, diagramma di un rapporto tra madre e $glia di toccante intensità, nelle quali Lady Montagu si dedica a un vero e proprio scavo della natura umana e nel contempo indica a Lady Bute le vie di una pedagogia libertaria e antiretorica, e di un'emancipazione realistica ma inflessibile.

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