Ma chi te lo fa fare?: Sogni e avventure di un ciclista sempre in salita (Wild)
- Autore
- Giacomo Pellizzari
- Editore
- Fabbri Editori
- Pubblicazione
- 02/04/2014
- Categorie
Chi va in bicicletta se l’è sentito dire almeno una volta nella vita: ma chi te lo fa fare? Perché sottoporsi a sofferenze eroiche pur di arrivare in cima a un passo sconosciuto? Perché masticare chilometri su chilometri per il puro gusto di tagliare un traguardo – il proprio – con le guance impastate di fatica e commozione?
In questo libro, dedicato a chi ha già trovato la risposta, ma anche a chi ancora non la conosce, Giacomo Pellizzari ci conduce su percorsi ciclistici celebri per la loro perfidia per raccontarci uno degli sport più amati. Tra aneddoti sui grandi campioni, ritratti di intrepidi ciclisti della domenica e consigli pratici per affrontare le difficoltà, Pellizzari ci spiega come la bicicletta gli ha cambiato la vita. Da quando pedala, ha conosciuto tanti amici, ha visto le montagne più belle del mondo, ha rivissuto le imprese dei grandi “gareggiando” a distanza con Pantani e con Wiggins, con Ullrich e Coppi, con Gimondi e il nonno Bruno, che durante la guerra, come un piccolo Bartali, portava sulla sua Umberto Dei i dispacci più urgenti. Ma soprattutto ha imparato a convivere con il dolore per distillarne il piacere più grande: quello di superare ogni giorno i propri limiti, tornare a essere puro corpo e sentirsi vivo davvero.
Perché, come dice lui, “quando si pedala il dolore è una componente essenziale del piacere. Bisogna imparare a sopportarlo, a conviverci. Se non si è disposti ad accettarlo, non si amerà la bicicletta”. Del resto, non è obbligatorio.
In questo libro, dedicato a chi ha già trovato la risposta, ma anche a chi ancora non la conosce, Giacomo Pellizzari ci conduce su percorsi ciclistici celebri per la loro perfidia per raccontarci uno degli sport più amati. Tra aneddoti sui grandi campioni, ritratti di intrepidi ciclisti della domenica e consigli pratici per affrontare le difficoltà, Pellizzari ci spiega come la bicicletta gli ha cambiato la vita. Da quando pedala, ha conosciuto tanti amici, ha visto le montagne più belle del mondo, ha rivissuto le imprese dei grandi “gareggiando” a distanza con Pantani e con Wiggins, con Ullrich e Coppi, con Gimondi e il nonno Bruno, che durante la guerra, come un piccolo Bartali, portava sulla sua Umberto Dei i dispacci più urgenti. Ma soprattutto ha imparato a convivere con il dolore per distillarne il piacere più grande: quello di superare ogni giorno i propri limiti, tornare a essere puro corpo e sentirsi vivo davvero.
Perché, come dice lui, “quando si pedala il dolore è una componente essenziale del piacere. Bisogna imparare a sopportarlo, a conviverci. Se non si è disposti ad accettarlo, non si amerà la bicicletta”. Del resto, non è obbligatorio.
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