Il teatro lancia bombe nei cervelli: Articoli, critiche, recensioni 1915-1920
- Autore
- Antonio Gramsci
- Editore
- Mimesis Edizioni
- Pubblicazione
- 22/02/2018
- Valutazione
- 1
- Categorie
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Recensioni e articoli
Il teatro lancia bombe nei cervelli — Mangialibri
Il 28 novembre del 1918, ad armistizio appena firmato, mentre ancora fumano le macerie di quella che sarà solo la prima ‒ purtroppo ‒ delle guerre mondiali, Antonio Gramsci, brillantissimo ventisettenne che tre anni dopo sarà tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, scrive sulle colonne del quotidiano “Avanti!”, nella cui redazione, come pure in quella de “Il Grido del Leggi tutta la recensione
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Una rosa che ho piantato: Lettere ai figli di Antonio Gramsci — Compagnia editoriale Aliberti
Quando le Lettere dal carcere apparvero per la prima volta nel 1947, in una selezione curata personalmente da Palmiro Togliatti con Felice Platone, l’emozione fu grande. Un monumento umano e letterario, è stato definito questo corpus epistolare, “entrato a far parte della coscienza degli italiani”. Sono in questo volume raccolte le lettere che Gramsci scrisse ai figli Delio e Giuliano (spesso ...
Lettere dal carcere (Emozioni senza tempo) di Antonio Gramsci — Fermento
Imprigionato durante il regime fascista, Gramsci iniziò a scrivere nel 1926. Le Lettere sono una straordinaria autobiografia indiretta che hanno come destinatari la madre, Peppina Marcias, le sorelle, Teresina e Grazietta, e il fratello Carlo che viveva a Milano. La moglie Giulia Schucht, la cognata, Tatiana, i figli, Delio e Giuliano, e l'amico Piero Sraffa. All'interno - come in tutti i ...
Favole di libertà di Antonio Gramsci
Tra il 1920 e il 1931, nel periodo della sua detenzione, Antonio Gramsci tradusse dal tedesco delle fiabe dei fratelli Grimm con l’intento di regalarle ai suoi figli e nipoti, ma il regolamento carcerario glielo impedì. Furono in seguito raccolte in un volume e pubblicate postume. Questo volume oltre a le (già citate) fiabe dei fratelli Grimm , contiene Apologhi e...
L'albero del riccio di Antonio Gramsci
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