Oltre Caporetto: La memoria in cammino. Voci dai due fronti

Attraverso le voci dei vinti e dei vincitori, Mario Isnenghi fa il punto su interpretazioni e sospetti, errori e mistificazioni, per rileggere l’evento che più di tutti ha segnato la psicologia e la politica del nostro paese. «Questo è Caporetto: un evento militare con un indotto politico che vi si sovrappone e lo sovradetermina, mettendo a mal partito i nudi fatti. Un immaginario scatenato. La caduta dei vincoli gerarchici che libera e sbriglia la fantasia, i sogni, le speranze, gli incubi. Caporetto, nella sua dimensione non militare, non è mai finita» (Mario Isnenghi)

Mai come per Caporetto un evento è stato frutto e innesco di un discorso fondativo dell’immaginario di e su un popolo, prima ancora che le analisi storiche si moltiplicassero assieme agli anniversari. Partendo dal volume che scrisse in occasione del cinquantesimo – I vinti di Caporetto –, Mario Isnenghi arricchisce la sua lettura e ripercorre la genesi delle diverse interpretazioni in un corposo saggio introduttivo che tira le fila di mezzo secolo di studi e del confronto con nuove fonti. Uno straordinario coro di voci restituisce la fluida essenza di Caporetto: accanto alle testimonianze degli italiani che l’hanno raccontata dando la parola al popolo, estraendo dal tumulto figure e frasi emblematiche, la seconda parte del libro si affida allo storico militare Paolo Pozzato per dare conto del punto di vista dei vincitori, con testi d’epoca di parte austro-ungarico-tedesca, anche inediti. Se cinquant’anni fa, proiettati sulla scena socialista e influenzati dallo spirito del Sessantotto, ci si chiedeva se Caporetto fosse stata una crisi di comando o il sintomo del crollo di un assetto sociale, oggi sono altri gli interrogativi che si impongono: per quali vie una sconfitta militare si è trasformata in un tratto autobiografico permanente? La risposta ha a che fare ancora oggi con l’esistenza stessa di un’identità comune, la possibilità di un agire collettivo, il nostro sentirci Nazione.

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