Domani si va all’assalto: Protagonisti della Grande Guerra cento anni dopo (iSaggi)

“E domani si va all’assalto” è una strofa della canzone dal titolo Ta-Pum, composta al fronte durante la prima guerra mondiale dall’ardito Nino Piccinelli. Quante volte hanno ripetuto questa frase – ossessivamente e con la paura dipinta sul volto – i soldati di cento anni fa quando ricevevano il più terribile degli ordini che i superiori in grado potessero impartire. Il comando era quello di dover affrontare la possibilità concreta di morire andando all’assalto con i fucili rivolti contro un nemico invisibile, ben nascosto nella trincea. Addosso, la consapevolezza di poter essere colpiti e di cadere con la faccia immersa nel fango della terra di nessuno. Molti, alcuni milioni, chiusero il loro percorso di vita falciati dai proiettili delle mitraglie, dallo scoppio delle granate, dai gas asfissianti, dagli stenti e dalle malattie. Altri tornarono a casa, talmente menomati nel corpo e nella mente da non poter nemmeno raccontare quanto avevano visto e sopportato quando erano in prima linea. Una grossa parte di quei giovani partiti per il fronte con baldanza, tornò a casa solo alla fine del conflitto che aveva coinvolto le genti dell’intero pianeta. Per questo ringraziarono il cielo d’essere ancora vivi.
“La voce dei semplici è quella che spesso manca nei libri di storia. Uomini semplici, ma di statura immensa, sono gli ultimi sopravvissuti scovati da Casarola”. (Daniele Zanon)

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