L'Interpretazione

"Dovrei essere io al comando qui, quindi come mai mi sento di nuovo il suo giocattolo?" Il pensiero attraversò la mente di Riccardo, e poi le sue mani si strinsero, allontanandosi dalla sua piccola bocca calda e da quei denti che grattavano squisitamente. "E’ il mio turno," disse, "spingendola a giacere sul letto." Ha diviso le sue gambe, spingendo di lato mentre tirava l'altra fuori dal letto e fuori dalla sua strada. Questa volta era la sua testa che affondava mentre si chinava e strofinava il suo piccolo raccolto di riccioli biondi, respirando la sua fragranza femminile. La sua mano si insinuò, accarezzandole la fica, impastando e premendo, percependo il caldo crescente.

Le sue dita spingevano le sue labbra a separarsi, ma invece di entrare, Nadia trovò la sua lingua immergersi nelle sue pieghe proibite, scivolare lungo il suo ingresso nascosto, assaporare la sua femminilità, mentre Riccardo prendeva il suo turno per stuzzicare e stuzzicare ancora. Scoprì che la sua lingua si muoveva e si avvicinava a quella piccola gemma di nervi che giaceva nascosta lì e, improvvisamente frenetica, cercò di allontanare la testa da lì.

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