OL NEDÀL BERGAMÀSCH: Il Natale Bergamasco

Il Natale di un tempo a Bergamo e nelle sue vallate …. In molti luoghi le famiglie contadine si riunivano nella stalla più vasta del paese, e la veglia era ancor più suggestiva, arcanamente evocativa di quella lontanissima tra l'umile asinello e il docile bue. Nelle veglie natalizie, una volta, l’uomo più anziano narrava le antiche profezie e verità di fede a giovani e bimbi. Si cantavano dolci filastrocche, e si recitava il rosario, invocando benedizioni per i familiari, per il bestiame, per la terra, e si traeva qualche auspicio, osservando il tempo e il cielo. La veglia nella stalla era rallegrata, in alcuni luoghi, da merende per le quali gli uomini portavano vino generoso e le donne delle focacce; dopo il rosario, venivano cantate le litanie. Le nonne, tenaci custodi delle tradizioni, raccomandavano alle nipoti di tenere acceso il lume tutta la notte verso Oriente, perché è di là che vengono i Re Magi. Già si pensava ai Re Magi, alla loro gran stella.
A notte fonda notte, nel gelo e nel silenzio dei boschi, poi la lunga processione dei valligiani, che, con le loro vesti migliori, illuminando il percorso reggendo delle torce, raggiungevano le loro chiesette e si raccoglievano in preghiera, seguendo colmi di commozione la struggente messa di mezzanotte. Ogni chiesa aveva allestito al suo interno un presepe di grandi dimensioni, a volte persino con un bambino in carne ed ossa che veniva messo alla mezzanotte nella mangiatoia. Ma il presepe era presente in ogni casa ed era un punto di riferimento simbolico di primaria importanza nella vita della famiglia.

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