I templi di Paestum: Tra restauro e manutenzione
- Autore
- Marco Bartolini
- Editore
- Gangemi Editore
- Pubblicazione
- 06/01/2019
- Categorie
Occuparsi oggi del restauro e della manutenzione dei Templi di Paestum vuol dire misurarsi con un passato importante, che ha visto interventi pionieristici sui monumenti dorici sin dagli inizi dell'Ottocento. Lo dimostrano, oltre al contributo di Marina Cipriani in questo volume, una tesi di dottorato recentemente discussa presso la facoltà di architettura dell'Università di Napoli Federico II da parte di Stefania Pollone, sotto la supervisione della prof.ssa Valentina Russo.
Lo studio dei restauri storici fornisce spunti non solo per la storia dei monumenti stessi, ma anche per lo sviluppo di una scienza del restauro e di quelle che oggi si usano chiamare “buone pratiche”. Tra queste si annoverano lo studio scientifico del monumento, l'analisi dell'impatto statico, conservativo e visivo di eventuali interventi e la documentazione descrittiva e grafica di tutte le fasi del processo.
L'intervento degli anni '90 del secolo scorso, curato dalla Soprintendenza in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Restauro, si inserisce dunque in una tradizione illustre di sperimentazioni e innovazioni, nella quale tuttavia non mancano momenti di disinteresse, come ebbe a constatare Amedeo Maiuri negli anni '20. Per quanto fossero stati meritevoli ed efficaci gli interventi susseguitisi nel corso di due secoli, quello che spesso mancava era la programmazione di un piano di manutenzione continuativa, che avrebbe garantito la durabilità degli interventi stessi e allontanato il più possibile il momento in cui considerare l'esecuzione di una nuova ed ulteriore operazione di restauro.
Perciò non è un aspetto secondario il fatto che l'ultimo intervento si sia concluso con la elaborazione di un piano di manutenzione, la cui valenza economica è comprensibile e condivisibile in quanto opera nella durata dell'investimento e ne allunga notevolmente l'efficacia.
Dall'Introduzione di Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Paestum
Lo studio dei restauri storici fornisce spunti non solo per la storia dei monumenti stessi, ma anche per lo sviluppo di una scienza del restauro e di quelle che oggi si usano chiamare “buone pratiche”. Tra queste si annoverano lo studio scientifico del monumento, l'analisi dell'impatto statico, conservativo e visivo di eventuali interventi e la documentazione descrittiva e grafica di tutte le fasi del processo.
L'intervento degli anni '90 del secolo scorso, curato dalla Soprintendenza in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Restauro, si inserisce dunque in una tradizione illustre di sperimentazioni e innovazioni, nella quale tuttavia non mancano momenti di disinteresse, come ebbe a constatare Amedeo Maiuri negli anni '20. Per quanto fossero stati meritevoli ed efficaci gli interventi susseguitisi nel corso di due secoli, quello che spesso mancava era la programmazione di un piano di manutenzione continuativa, che avrebbe garantito la durabilità degli interventi stessi e allontanato il più possibile il momento in cui considerare l'esecuzione di una nuova ed ulteriore operazione di restauro.
Perciò non è un aspetto secondario il fatto che l'ultimo intervento si sia concluso con la elaborazione di un piano di manutenzione, la cui valenza economica è comprensibile e condivisibile in quanto opera nella durata dell'investimento e ne allunga notevolmente l'efficacia.
Dall'Introduzione di Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Paestum
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