Un sindaco fuori del comune: La democrazia partecipativa esiste. Storia di Antanas Mockus, Supercittadino di Bogotà

Bogotá, città complessa e dalla fama violenta, è stata governata a due riprese da un sindaco davvero fuori del comune. Antanas Mockus, figlio di profughi lituani, già da giovane rettore dell’Università nazionale si fa notare per i suoi metodi non sempre ortodossi, ma che prendono in contropiede il turbolento mondo studentesco e riescono a conquistarlo. Per esempio, nel corso di un acceso dibattito con i ragazzi mostra le terga: con quel gesto scandaloso si gioca il rettorato, ma la sua abilità nel ricorrere alla «violenza simbolica» ha ormai acceso i riflettori su di lui. Gli viene proposta la candidatura a sindaco, e vince.
La sua amministrazione si baserà sul coinvolgimento dei cittadini. Celebre la sua trovata di sguinzagliare una legione di clown nel caotico traffico di Bogotá: non per multare i conducenti indisciplinati ma per canzonarli, stimolandone l’orgoglio. Alle presidenziali del 2010, Mockus con il suo visionario Partito verde costringerà al ballottaggio Juan Manuel Santos, futuro Nobel per la Pace.
Sandro Bozzolo, che ha frequentato a lungo «il Supercittadino» colombiano instaurando con un lui un sodalizio umano e intellettuale, ce ne fa un ritratto vivido, illuminando le radici teoriche del suo pensiero e analizzando le linee di forza della sua azione, istrionica ma nient’affatto improvvisata, mirata allo sviluppo di una «cultura ciudadana» che si faccia carico di quel bene comune che è la città.

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