I SIMBOLI NEI DIPINTI RELIGIOSI
- Autore
- MAURIZIO CHELLI
- Pubblicazione
- 09/10/2019
- Categorie
paleocristiana quando i cristiani vivevano in clandestinità e per
ingannare i loro persecutori iniziarono a utilizzare immagini dal
significato traslato spesso riprese dal repertorio del mondo
pagano; il moscoforo era così il simbolo del buon pastore;
Apollo-Helios, il simbolo del Cristo-luce; Orfeo il simbolo di
Cristo che scende nel Limbo. Molti altri simboli furono inventati
di sana pianta, come il pesce che adombrava la figura di Cristo,
la barca, che rappresentava la chiesa come salvezza, l’ancora
ulteriore sinonimo di salvezza. Quest’aspetto simbolico nelle
opere a carattere religioso ha attraversato i secoli mantenendo
una vitalità sorprendente che raggiunge l'apice nel Medioevo. La
pittura rinascimentale tiene vivo quest’aspetto selezionando e
confermando molti simboli antichi e aggiungendone di nuovi,
come fiori, piante, ortaggi animali, insetti, architetture, modi di
rappresentare il corpo umano pose e gesti delle mani, che ora
cercheremo di illustrare in modo esauriente. Alcuni di questi
simboli sono simboli iconici, che rimandano direttamente al loro
significato, altri sono simboli motivati, altri ancora sono frutto di
una convenzione. Il teschio, ad esempio, è un simbolo iconico
che rimanda direttamente al suo significato, la morte. La macina
di mulino è un simbolo motivato in quanto alcuni santi furono
martirizzati legandola al collo degli stessi prima di gettarli
nell’acqua. Il vaso mistico è un simbolo immotivato, qualcuno
ha stabilito che dovesse evocare il tema della Vergine come
“contenitore” di Cristo, come l’impannata, simbolo della castità
della Vergine in base alla convenzione che la luce l’attraversa
senza infrangerla.
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