I favoriti di Mida (I corti di Alphaville)

Oggigiorno l’immagine di Jack London (1876-1916) è indissolubilmente associata ai suoi celebri romanzi autobiografici d’avventura incentrati sulla corsa all’oro del Klondike (Il richiamo della foresta, Zanna Bianca). Tuttavia, lo scrittore americano fu anche autore di un discreto e fortunato numero di opere di fantascienza, la più famosa delle quali è senza dubbio l’antiutopia The iron heel (1908), vero e proprio libro culto per intere generazioni di militanti marxisti a cavallo tra le due guerre mondiali.
Complessivamente, e sorvolando sulle inevitabili approssimazioni schematiche, i romanzi e i racconti fantascientifici di London possono essere divisi in tre categorie o gruppi a seconda delle loro tematiche politiche, scientifiche e filosofiche di fondo: la categoria di opere in cui vengono sviluppate le teorie evoluzionistiche di Darwin ed è affrontato il tema del conflitto tra le razze (in questo gruppo è possibile annoverare i romanzi Before Adam, del 1907, The star rover, del 1915, e il racconto When the world was young, del 1910); l’insieme di storie in cui London espone le proprie idee socialiste rivoluzionarie, tra le quali spicca il sopracitato romanzo The iron heel; infine, il gruppo di storie in cui l’autore focalizza l’attenzione sulle tematiche ambientali (su tutte, il distopico The scarlet plague, del 1912).
Al filone “socialista” appartiene anche il racconto qui presentato, I favoriti di Mida (The Minions of Midas), pubblicato per la prima sul numero di maggio 1901 del mensile britannico Pearson’s Magazine, e poi in volume nella raccolta intitolata Moon-face and other stories (1906).

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