Fra Paestum Velia e Palinuro: Ricerche di storia antica (Poseidonia)
- Autore
- Fernando La Greca
- Editore
- Licosia
- Pubblicazione
- 30/12/2017
- Categorie
"Le ville romane lungo la costa campana e lucana non erano sicure, ma esposte agli attacchi dei pirati, almeno fino alla loro sconfitta ad opera di Pompeo; successivamente, con Augusto, una flotta militare fu stanziata a Miseno a presidiare il Tirreno meridionale.
Per scongiurare tale pericolo, le ville repubblicane più antiche, come quella di Scipione a Literno, costruita agli inizi del II sec. a.C., e descritta da Seneca, erano delle vere e proprie fortezze, con torri, feritoie e cisterne per la conservazione dell’acqua.
Resti di una villa rustica del I sec. a.C. sono stati trovati nella località Madonna del Carmine di Agropoli (zona “Vigna Grande”)
La villa era ubicata nei pressi dell’attuale svincolo sud della superstrada, in un sito frequentato già in precedenza; inoltre la villa, sita in una zona pianeggiante nella valle del Testene, poteva usufruire di alcune sorgenti perenni che sgorgavano in superficie formando stagni e ruscelli, utilizzati per l’irrigazione fino ad una trentina di anni fa, e poi sconvolti dallo sviluppo edilizio.
Una villa romana importante si trovava nella zona del Saùco, tra Agropoli e Castellabate, su un terrazzo panoramico sul mare La villa probabilmente non era fortificata, anche se circondata dal lato mare da quello che oggi appare come un muro di terrazzamento monumentale, che risale al III sec. a.C., ancora ben saldo, in arenaria (una roccia sedimentaria di cui la zona è ricchissima, e che, recuperata da una cava locale, fu usata anche per alcune costruzioni a Paestum). Si tratta di una “villa litoranea”, e non “marittima”, in quanto non presenta strutture che si protendono nelle acque.
La villa fiorì particolarmente in età augustea, e fu attiva fino al III sec. d.C. La strada sterrata che da Agropoli conduce a tale villa, e forse ricalca l’antico percorso viario, sulle colline di Trentova è per un breve tratto ancora lastricata con una tecnica particolare: pietre poste di taglio nel terreno, al modo delle strade di Velia. La villa si giovava di una vicina fonte perenne, ancora esistente, la cui sistemazione interna risale probabilmente ad epoca romana, e del sottostante approdo detto del “Vallone”.
Nelle acque antistanti questa piccola insenatura il “Gruppo Archeologico Agropoli” in passato ha recuperato dai fondali numerose ancore di pietra (greche, puniche o etrusche), ancore in piombo romane (costituite da ceppi e contromarre), un’anfora di tipo etrusco, anfore vinarie e olearie di epoca romana. Ciò è prova del passaggio e dell’attracco di navi fin da epoca antichissima, e di una costante frequentazione del sito, fino al IV sec. d.C. L’approdo del Vallone ha una notevole profondità sottocosta, adatta anche a navi onerarie, ossia da trasporto, lente e panciute, usate per la navigazione costiera.
Lo studio di questi materiali, con le loro forme, i bolli, le iscrizioni, è importante per delineare le rotte commerciali antiche, e ricostruire le attività economiche, la produzione e la circolazione dei beni. Le navi onerarie antiche, navigando sottocosta, effettuavano soste notturne nelle rade riparate, e in tali occasioni spesso perdevano l’ancora, incagliata fra gli scogli."
FERNANDO LA GRECA è Ricercatore confermato di Storia Romana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno, e Professore aggregato di Storia Romana e di Antichità Romane. La sua produzione scientifica verte su temi quali le divinità romane astratte, la filosofia e la politica a Roma al tempo dei Gracchi, Paestum romana e la sua riscoperta, storia e risorse economiche della Lucania antica, la cartografia storica del Mezzogiorno d’Italia, le tradizioni romane nella dialettologia e nel folklore.
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