Supplicami

Corse verso la cucina, ma lui la prese quasi per un braccio, tirandola indietro. Si è schiantata contro il suo petto ed ha cercato di scappare usando la mano destra per dare un pugno alla gola e artigliargli gli occhi. Le sue unghie lasciarono segni rossi sul suo viso, ma non sembrava affatto infastidito dal pugno alla gola. Lui la fece girare, le bloccò entrambe le braccia sulla schiena e si diresse verso un cassettone finché entrambi non si appoggiarono ad esso. Lui la spinse su di esso, facendola piegare alla vita e lei urlò al pensiero di cosa avrebbe potuto fare dopo. Ma per ora c'era solo un ticchettio metallico e l'acciaio freddo le cingeva i polsi. Cercò di allontanarsi per sfuggire alle manette, ma lui stava mettendo tutto il suo peso su di lei e lei non poteva muoversi di un centimetro. Quando le manette furono chiuse a chiave, si tolse con cura la sciarpa e gliela legò intorno alla testa e sugli occhi come una benda. Poi la lasciò andare completamente. Si raddrizzò, sentendosi stordita e incerta su dove fosse. Si voltò, sentendo il comò in fondo alle sue cosce e sentendolo di fronte a lei.
"Per favore lasciami andare” sussurrò.
"No” disse in tono pratico e poi improvvisamente le fu di nuovo addosso. Il mondo si è capovolto e si è ritrovata appesa ad una spalla, le braccia attorno alla schiena ed alle gambe. Non osava calciare, o anche muoversi, nel caso in cui la lasciasse cadere. Sembrava imperturbabile e stava canticchiando qualcosa in silenzio mentre saliva le scale.

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